I 4 paradossi del super green pass ai poliziotti

Agli agenti “no vax” toglieranno manette, pistola e stipendio. Ma qualcosa non torna

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Un giorno eroe in divisa, quello dopo reietto no vax. Fino a ieri servitore dello Stato, oggi semplice cittadino. Da stamattina migliaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri, colpevoli di non essersi voluti vaccinare, verranno messi alla porta dai loro comandi. A causa dell’obbligo vaccinale imposto dal governo, e del relativo super green pass, dovranno dismettere l’uniforme e tornare per sei mesi (almeno) alla vita civile, senza gradi, funzioni né stipendio. Raus.

Ieri il ministero dell’Interno ha diramato una circolare con le “disposizioni applicative” dell’obbligo vaccinale per i poliziotti. Niente di strano: gli agenti che non si sono vaccinati, e che non intendono farlo entro 20 giorni, dovranno dire addio fino al 15 giugno al loro lavoro. Tecnicamente verranno sospesi e perderanno il diritto allo stipendio, non matureranno scatti di anzianità, avanzamenti di carriera né ferie. E soprattutto verranno privati del tesserino, della placca, dell’arma in dotazione e pure delle manette. Il problema è che, rispetto a un maestro elementare o a un medico, il poliziotto è poliziotto anche quando non presta servizio. E l’introduzione dell’obbligo vaccinale di fatto esclude migliaia di agenti “no vax” dal “controllo del territorio” che normalmente facevano anche quando si trovavano in borghese. Tradotto: meno sicurezza sulle strade in onore della sicurezza sanitaria. Un paradosso, e non è l’unico.

Immaginiamo allora cosa succede da oggi a un ipotetico Franco, ispettore “no vax” appena sospeso dal servizio.

1. Forse non tutti sanno che nel pieno dell’emergenza terrorismo islamico, per intenderci dopo l’attentato al Bataclan in Francia, il Viminale e l’allora capo della Polizia chiesero ai poliziotti di portare l’arma personale in giro anche quando sono a riposo. Un modo per garantire maggior sicurezza ai cittadini, e dunque permettere agli operatori di essere pronti ad ogni evenienza. Fonti di polizia ci assicurano che la direttiva è ancora valida. E Franco infatti ci era ormai abituato: se usciva a mangiare una pizza, lo faceva in compagnia della sua Beretta parabellum. Scelta saggia. Ora però dovrà fare senza: ieri avrebbe potuto sventare un attentato terroristico grazie alla sua pistola, da oggi no. Non sia mai che il terrorista si becchi il coronavirus…

2. Inoltre, se mentre passeggiava al parco con la moglie assisteva ad un reato, Franco era costretto ad intervenire in quanto funzionario di polizia giudiziaria. “Mani in alto, sono un poliziotto”. Almeno fino a ieri. Da oggi infatti, solo perché non intende farsi un vaccino, non potrà più fare nulla: se assiste ad un furto, o vede qualcuno stuprare una ragazza in branco, non potrà qualificarsi come agente né avrà le manette con sé per poter fermare lo stupratore. Dovrà farsi i fatti suoi o chiamare il 112 come un normale cittadino.

3. tecnicamente Franco resterà senza stipendio. Zero di zero. È la prassi e non riguarda solo i no vax. Un poliziotto può essere sospeso anche per altri motivi, come sanzioni disciplinari o in via cautelativa nel caso in cui venga aperta a suo carico un’indagine o un processo. Di norma però, come rivelano diverse fonti a nicolaporro.it, nel 99% dei casi l’amministrazione lascia ai sospesi una sorta di indennità di sopravvivenza. Alcuni dicono metà dello stipendio, altri circa 600 euro. Due esempi: un agente, finito nella bufera per un post su Facebook non proprio istituzionale, venne escluso per 6 mesi dal servizio. Fu un grande scandalo, ma comunque riuscì a portare a casa almeno 600 euro al mese per mantenere i figli. In Lombardia, invece, un poliziotto condannato per aver intrattenuto rapporti con alcuni mafiosi, arrestato e finito pure in carcere, essendo in attesa del terzo grado di giudizio riceve ancora gli assegni di mantenimento. Tradotto: “Se sei incriminato ti prendi almeno due lire, se sei no vax invece devi proprio morire di fame”.

4. Per questo un agente ci fa notare: “Ai colleghi no vax stamattina converrebbe presentarsi dal comandante del loro ufficio e prenderlo a cazzotti in faccia. Così si beccano una bella sospensione disciplinare, magari anche di sei mesi, ma almeno incassano un po’ di spiccioli per far mangiare i figli”. Chissà se Franco ci ha fatto un pensierino.

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