Articoli

I controsensi del lockdown

Articoli

Sono 40 giorni ormai che vige il lockdown, ovvero la reclusione quasi completa degli italiani. La misura all’inizio era indispensabile per bloccare la diffusione esplosiva del virus, anzi è stata decisa in ritardo: fosse partita qualche settimana prima, saltando la fase degli aperitivi e degli involtini primavera, forse ci saremmo risparmiati molti drammi. Oggi la sola serrata in casa appare inadatta, non coglie il punto essenziale: i numeri, anche se poco affidabili (contagiati e morti sottostimati, guariti probabilmente soprastimati: vedi Ricolfi, Fortis, Costa), indicano che il contenimento del virus non fa grandi progressi: da molti giorni si cammina sul plateau e il tratto in discesa non arriva.

È il momento di riflettere sulla strategia alla base del lockdown riassunta nello slogan “io resto a casa”. L’idea di fondo è che stare a casa è l’unico modo per evitare la prossimità sociale, la vicinanza fisica tra le persone, che è la condizione prima per la trasmissione del virus. In realtà non è proprio così. Si può stare a casa ed essere in condizioni di stretta contiguità: appartamenti piccoli con famiglie numerose, luoghi di residenza affollati – case di riposo, conventi, carceri – dove infatti sono nati numerosi focolai. Ma si può anche, per contro, stare fuori casa ed evitare la prossimità: come si vede ogni giorno al supermercato, è possibile muoversi fuori casa e svolgere attività mantenendo una distanza di sicurezza. Lo slogan – e la strategia – su cui puntare, mi sembra, non è più “io resto a casa”, ma diventa “io resto a distanza”.

Tra un po’ comincerà – si spera – la Fase due e definire nella vita quotidiana le misure di distanza (quali sono, come funzionano) sarà un passaggio obbligato: sia a casa, dove in qualche modo sarà opportuno ripensare la contiguità (anche per consentire più cure domiciliari), sia fuori casa, dove bisognerà stabilire i vari modi del distanziamento e soprattutto individuare i soggetti (positivi senza sintomi o con pochi sintomi) da mantenere fuori contatto. Tamponi e tracciamenti sono ora e saranno ancora di più in futuro strumenti fondamentali.

Antonio Pilati, 13 aprile 2020

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it

LA RIPARTENZA SI AVVICINA!

SEDUTE SATIRICHE

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli