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I nazisti bruciavano i libri proibiti. Oggi li bruciano prima che siano pubblicati - Seconda parte

Ecco alcune delle modifiche: Nel The Continent “per razzisti” i nativi hanno “una bellissima pelle color bronzo”. Nella versione politicamente corretta “hanno la pelle così bianca da sembrare carta”. La protagonista non è più bianca ma, si scopre, è imparentata alla lontana con i nativi. Nella versione originale si decide di “costruire un muro”. Nella versione revisionata si decide di “costruire delle torri”. I termini primitivo e selvaggio sono stati cancellati completamente da tutto il volume.

È paradossale che, in entrambi i casi, il messaggio politico di questi racconti fantasy sia sfacciatamente progressista. Sono storie che parlano (più o meno forzosamente) di diversità, di anti-razzismo, di ribellarsi ad una società bigotta e ottusa.

È la famosa rivoluzione che divora i suoi figli. L’autrice di The Continent, Keira Drake (bianca), si dice entusiasta di aver dovuto riscrivere il suo romanzo. Un processo che le ha fatto scoprire i suoi “pregiudizi inconsci”. Mentre Amélie Zhao si prodiga contrita in mille scuse, come l’imputato di un tribunale staliniano. Si difende soltanto quando dice di non aver mai voluto “appropriarsi” del dramma della schiavitù negli Stati Uniti. Anche in Asia sono esistite varie forme di schiavismo e quindi lei, in quanto cinese, poteva scriverne partendo della sua “immediata prospettiva culturale”. È questo è un altro bel paradosso della nuova sinistra identitaria americana (non temete… arriverà anche da noi).
Ad essere importante non è tanto cosa c’è scritto in un libro, ma quello che, in un mondo normale, dovrebbe essere del tutto irrilevante: il colore della pelle di chi lo ha scritto.

Stefano Varanelli, 12 marzo 2019

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