Il fanatismo dei rompistatue s’abbatte su Montanelli

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La censura è sempre un’attività pericolosa, si sa dove comincia ma non dove finisce e fino a che punto può spingersi. In particolare la furia iconoclasta è odiosa perché fa venire alla mente i periodi più bui della storia, i dittatori che, giunti al potere, pretendono di riscrivere la storia a proprio piacimento cancellando quanto a loro sgradito. Rimuovere una statua non ha solo una conseguenza pratica ma anche un valore simbolico poiché porta con sé un tentativo di cancellazione e riscrittura della storia. È un fatto in generale deprecabile ma diventa ancor più grave quando addirittura il sindaco della capitale inglese, patria della libertà, si prodiga nel rimuovere statue con la volontà di cancellare il passato coloniale della Gran Bretagna.

Stiamo vivendo una nuova recrudescenza del politicamente corretto che giorno dopo giorno alza l’asticella dei propri obiettivi per oscurare la nostra identità, prima si abbattono le statue di schiavisti, poi si passa a Churchill (sintomatico di un’ignoranza storica sconcertante), poi a Cristoforo Colombo fino ad arrivare in Italia alla proposta di eliminare la statua di Indro Montanelli. È una strada che porta ai falò dei libri non graditi nelle piazze come scrive il giornalista di RaiNews24 Roberto Vicaretti: “ma quando scopriranno Robinson Crusoe e La capanna dello zio Tom inizieranno a bruciare i libri?”.

Oppure ci si potrà spingere ben oltre come suggerisce un attivista su Twitter: “se contro il razzismo distruggiamo le statue di schiavisti, contro l’omofobia dovremmo dare fuoco alle chiese. Così magari capiscono”. L’assurda proposta del gruppo “laico e antifascista” I Sentinelli che ha chiesto al comune di Milano di rimuovere la statua di Indro Montanelli dai giardini di Via Palestro dedicati al fondatore de Il Giornale è l’emblema di questo clima censorio che non ha risparmiato il nostro paese. Un’idea che non meriterebbe neanche di essere commentata se non fosse che alcuni consiglieri del Pd hanno chiesto di discuterne in consiglio comunale.

Quello che preoccupa di più è l’accondiscendenza collettiva di fronte a questi episodi, le forze dell’ordine che non riescono a intervenire a causa del clima che si è diffuso nelle settimane successive la morte di George Flyod determinata proprio dalla violenza della polizia e l’accettazione passiva di molti cittadini, frutto di disinteresse, menefreghismo, ignoranza, indottrinamento. La verità è che il politicamente corretto sta distruggendo l’Occidente, una civiltà che non è in grado di conservare la propria identità, ricordare il proprio passato (anche se talvolta controverso), è destinata a scomparire e soccombere.

Pensavamo che il coronavirus avesse determinato la fine della globalizzazione ma in realtà stiamo assistendo a forma di battaglia anti-identitaria ancora più forte con una violenza che non ci saremmo immaginati fino a pochi mesi fa.

Con il passare del tempo l’ideologia globalista diventa sempre più estrema, giacobina, è il motivo per cui è necessario prendere subito le distanze da queste pericolose derive che non hanno nulla a che fare con la lotta al razzismo ma sono speculari all’intolleranza di chi dicono di combattere.

Francesco Giubilei, 11 giugno 2020

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