Politica

Il linguaggio di Draghi passato ai raggi x

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Dopo circa 8 mesi di governo, mi sembra abbastanza chiara la linea politica e comunicativa di Mario Draghi. Su ogni problema, più o meno reale, che si trova sotto i riflettori dell’informazione egli tende a passare per l’uomo delle soluzioni rapide ed efficaci. Qualcosa di simile ai famosi sommergibili, i quali erano anche invisibili, del Duce. Sul tema centrale della pandemia, l’ex presidente della Bce si è distinto per una sconcertante impostazione chiusurista, arrivando a decretare una applicazione del green pass, alias lasciapassare sanitario, da regime stalinista.  Draghi, con il suo “se non ti vaccini, muori”, ha definitivamente spento le residue speranze di chi confidava, con il cambio ai vertici del palazzo, in una politica sanitaria assai meno restrittiva.

In sostanza, il presidente del Consiglio ha perfettamente cavalcato la paura maggioritaria degli italiani, avvalorando con un atteggiamento da tecnocrate quasi infallibile la linea psicologicamente rassicurante delle restrizioni, ottenendo però gli stessi risultati di chi tali restrizioni non ha mai imposto, come nel caso della Svezia.

Stesso discorso per il tema infinito, e assolutamente inventato da certa sinistra politico-sindacale, dei morti sul lavoro. Anche qui Draghi ha usato parole esatte come fili a piombo. In apertura della conferenza stampa sul Nadef del 29 settembre, ha dichiarato: “Pene più severe e più immediate. Misure entro la prossima settimana.” Come si nota emergono i due elementi citati all’inizio: efficacia e rapidità. In realtà, osservando i dati degli ultimi trent’anni, si nota che i decessi sul lavoro si sono stabilizzati intorno al migliaio ogni 12 mesi e che, cosa molto importante da segnalare a beneficio di chi è ossessionato dall’utopia del rischio zero, circa due terzi di queste sciagure avvengono su mezzi di trasporto, coinvolgendo in gran parte individui che vanno o tornano dai luoghi di lavoro. Ma evidentemente l’idea di inasprire le pene, del tutto inutile per una problematica che ci trova in linea con tutti i Paesi avanzati, sembra piacere molto, soprattutto agli adoratori del politically correct.

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