“Le condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto il Papa non è fuori pericolo”. La preoccupazione in Vaticano è palpabile. Ieri mattina “Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l’applicazione di ossigeno ad alti flussi”. Ossigeno che anche stamattina è stato costretto a utilizzare, a conferma che la crisi non è ancora superata.
L’ultimo bollettino medico diffuso Sala stampa vaticana risale a ieri sera. Stamattina la Sante Sede si è limitata ad aggiungere che Bergoglio “ha riposato bene”. Una sola riga, molto stringata. Resta dunque l’allarme celato nelle righe diffuse ieri sera: “Gli esami del sangue hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un’anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni”.
Il Santo Padre tuttavia “continua ad essere vigile”. Ieri ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto”. Al momento, però, la prognosi è riservata a dimostrazione della gravità della situazione. In ogni caso oggi non ha recitato l’Angelus, ma ha diffuso un testo scritto.
Come noto, nei giorni scorsi medici del Policlinico Agostino Gemelli di Roma hanno indetto una conferenza stampa per spiegare nel dettaglio le condizioni del pontefice. Partiamo dal principio. Bisogna tenere a mente che Bergoglio è un uomo di 88 anni che cammina già in carrozzina e che in giovane età ha subito un delicato intervento di asportazione di un pezzo di polmone. Non a caso ogni inverno soffre spesso all’insorgere di malattie respiratorie. Come in questo caso.
Una bronchite lo ha colpito qualche settimana fa: tosse e difficoltà nel respiro lo avevano costretto anche ad interrompere un’omelia a San Pietro durante la messa per il Giubileo delle forze armate. Dopo aver provato a curarsi a Casa Santa Marta, il Papa è stato costretto al ricovero a causa di una attacco alle vie respiratorie che ha portato alla polmonite bilaterale provocata da un’infezione polimicrobica “insorta su un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, e che ha richiesto l’utilizzo di terapia cortisonica antibiotica”. Un trattamento terapeutico “complesso”, che ha costretto i sanitari a potenziare i farmaci nei giorni scorsi.
Bergoglio sembrava reagire bene alle cure: fino a ieri si auto alimentava, trascorreva diverse ore in poltrona e quando riusciva lavorava anche ai dossier più importanti. Ieri mattina il comunicato della Santa Sede si era limitato a riferire che il Santo Padre aveva passato una notte serena. Poi però si è aggravato. Come spiegato dal professor Sergio Alfieri, in fondo, il Pontefice “non è fuori pericolo” anche se non in pericolo imminente di vita. A rassicurare i fedeli ieri c’era il fatto che Bergoglio non fosse “attaccato a nessun macchinario“ e solo al bisogno metteva “i naselli per un po’ di ossigeno”. Condizione che ieri, a quanto pare, si è aggravata costringendolo a ricorrere all’ossigeno ad alti flussi. Ossigeno a chi si è aggrappato anche stamattina.
Il pericolo maggiore a cui Bergoglio va incontro è che i germi presenti nei polmoni possano passare nel sangue, rischiando una sepsi. Che, dicono i dottori, “a quell’età sarebbe fatale”.
Articolo in aggiornamento