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Il Pd torna al governo. Fine del pericolo fascista (!)

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Il “pericolo fascista” ci ha lasciato, ne danno il triste annuncio i giornalisti progressisti, i politici del Pd e la sinistra tutta. Non è escluso un miracolo per cui nei prossimi anni possa resuscitare nel caso dovesse tornare al governo il centrodestra o la Lega e Fratelli d’Italia. Il dibattito sul “pericolo fascista” è il grande assente di questa crisi di governo, dopo che per mesi abbiamo assistito a prime pagine, inchieste, appelli, dichiarazioni allarmate sul ritorno del fascismo, d’improvviso, con il probabile ritorno del Pd al governo, tutto ciò sembra essere scomparso. Non più il rischio di una deriva autoritaria e della soppressione della democrazia, tutt’altro: la formazione del governo M5S-PD senza tornare alle elezioni è il trionfo della democrazia.

La richiesta del centrodestra di andare al voto (tipica proposta fascista) viene screditata in nome della costituzione citata a proprio uso e consumo. Immaginiamo se fosse successo il contrario, se la sinistra avesse richiesto le elezioni e la Lega si fosse opposta per formare un nuovo governo, cosa sarebbe successo? Si sarebbe gridato al ritorno dei fascisti che non vogliono far votare il popolo.

Lo ha fatto notare con ironia l’analista politico Lorenzo Castellani: “grazie a Dio il Pd è tornato al governo così gli italiani da oggi non sono più fascisti e la democrazia è salva. Una preoccupazione in meno”. Ha aggiunto il filosofo Corrado Ocone, sottolineando uno dei principali risvolti del dibattito sul ritorno del fascismo: “e ora, senza più fascismo alle porte, tanti intellettuali che ben conosciamo di cosa discetteranno?”. Passino i politici che fanno propaganda su questo argomento, passino i giornalisti che cercano di creare una discussione sul fascismo ma la faziosità di certi intellettuali che per motivi meramente ideologici utilizzano il “pericolo fascista” come uno strumento politico, svilisce il dibattito politico-culturale italiano incapace di andare oltre definizioni ormai da tempo superate. Non solo leggere l’attualità con categorie del passato è errato ma farlo in modo strumentale a seconda di chi è al governo gridando all’emergenza fascista una settimana e dimenticandosi tutto quella successiva, è sinonimo di cattiva fede e di scarso spessore culturale, definizioni che calzano a pennello per molti intellettuali italiani.

Francesco Giubilei, 27 agosto 2019

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