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Il vaccino è sacro ma non ci renderà liberi - Seconda parte

Il vaccino, come già prima la mascherina e il tampone, salverà anche l’umanità ma per ora è servito a dividerla, gli ossessivi e gli zelanti accolti, gli scettici marchiati come folli criminali da rinchiudere, da eliminare. Non la vedete la mutazione antropologica, non li scorgete in giro gli ipocondriaci, perfino gli adolescenti che invece di assecondare le loro tempeste ormonali si conciano con armature medievali e chiamano il controllore se uno, a dieci metri di distanza, porta la mascherina storta sul naso?

Potremmo anche sopportare questo Natale senza gioia e senza festa, considerandolo un incidente nel percorso della vita, ma tutto lascia pensare che sia invece un debutto, che la grande trasformazione neosocialista continuerà, che altri Natali “spirituali” e pieni di sacrifici penitenziali ci attendono e non solo i Natali, è tutta la vita che resta ad apparire ormai programmata in questo vuoto. C’è un limite di insofferenza, di reazione, varcato il quale tutto diventa possibile; gli occidentali in genere, gli italiani in particolare sembrano avere esaurito la capacità critica, l’esasperazione, la voglia di reazione. Accusano la sindrome del lager, o di Stoccolma, fate voi, aspettano nuove varianti di varianti, nuovi vaccini, nuovi danni da curare con nuovi vaccini e così via fino alla fine del loro tempo mortale.

Max Del Papa, 27 dicembre 2020

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