Il vero evasore è la Bestia statale

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Nonostante quello che il premier e alcuni suoi ministri continuano a ripetere è del tutto evidente che l’evasione fiscale non sia l’emergenza italiana. Il paradosso è che anche i più duri al governo non credono a ciò che dicono. Non si spiegherebbe altrimenti la manovra economica approvata definitivamente, si spera, l’altra notte.

Il ragionamento è molto semplice. Se un politico ritenesse davvero l’evasione il principale dei problemi italiani, si comporterebbe di conseguenza. Due delle misure simbolo, le sanzioni per i commercianti che non accettino i sistemi di pagamento elettronico e l’abbassamento della soglia dei pagamenti in contanti, sono state rinviate a luglio dell’anno prossimo. Allora dobbiamo capirci. È come essere “quasi incinta”. O si è in stato interessante, oppure no. Difficile pensare ad una via di mezzo. E dunque se davvero siamo in un’emergenza non si capisce bene perché non fare subito ciò che si deve fare.

La verità è che le manette agli evasori, la lotta al contante, l’obbligo dei pagamenti elettronici, sono solo fumo negli occhi. Quando Mario Monti abbassò la soglia dei contanti, nel 2011, a mille euro, non successe assolutamente nulla nel contrasto all’evasione. Quando, ahinoi, pochi mesi prima il governo Pdl-Lega pressato dalle letterine europee abbassò la soglia della punibilità penale per gli evasori a 50 mila euro, non si riempirono le carceri di malfattori. L’obbligo del pos per gli esercenti esiste da tempo. Un commerciante non è fesso e tende a conquistare clienti: se non si dota di una macchinetta elettronica nel 99% dei casi lo fa perché non rientra con i costi rispetto ai ricavi che si attende.

Il premier ha scelto un nemico, l’evasore cattivo, perché è sufficientemente astratto, ma genericamente identificabile. L’evasore è sempre il tuo vicino, ma per definizione non è mai lo Stato. Al contrario la crescita economica, lo sviluppo che non c’è, dipende proprio dalla macchina pubblica. Nel primo caso i colpevoli sono i privati, cattivi e avidi. Nel secondo è lo Stato con le sue burocrazie, le leggi incomprensibili, le tasse vessatorie.

Per farla breve, se si dovesse fare un’operazione di sincerità e ricercare un’emergenza, questa verrebbe rappresentata dalla mancata crescita, che non si può certo far ricadere sulle nostre imprese, sui professionisti, sui commercianti, sulle partite Iva. La colpa è in gran parte dovuta dalla nostra folle e miope conduzione politico-burocratica. Ecco perché la Bestia statale, sempre più affamata ed ecologica, cerca disperata la sua nuova preda.

Nicola Porro, Il Giornale 23 ottobre 2019

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