Il voto dell’Emilia Romagna in 10 pillole

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Il risultato delle elezioni in Emilia Romagna e la vittoria del candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini nei confronti di Lucia Borgonzoni, invita a una serie di riflessioni sul voto di ieri:

1. AFFLUENZA ALTA

Il primo dato è l’aumento dell’affluenza che a livello regionale si è attestata al 67,68% con una crescita esponenziale rispetto al 2014. Tra i motivi della crescita di affluenza lo spauracchio per la vittoria dei partiti sovranisti e conservatori paventato dalla sinistra in una regione storicamente rossa e probabilmente l’”effetto sardine” che hanno risvegliato parte dell’elettorato di sinistra che aveva smesso di votare.

2.PD PRIMO PARTITO

Il Partito Democratico esce vincitore da questa tornata elettorale, con il 34,69% ha trainato la coalizione di centrosinistra superando abbondantemente il 30%. Sotto le previsioni invece la civica di Bonaccini che si è fermata al 5,76%.

3.IL VOTO AL PRESIDENTE 

La coalizione di centrosinistra ha totalizzato il 48,13% mentre il voto al presidente è stato pari al 51,42%, più del 3% di distacco determinato dal voto disgiunto ma anche dalla personalizzazione della campagna elettorale fatta da Bonaccini sulla sua figura che si è dimostrata vincente (colore verde, comunicazione senza simboli di partito…).

4.SAREBBE CAMBIATO IL RISULTATO CON UN ALTRO CANDIDATO PER IL CENTRODESTRA?

No, il distacco tra i due candidati è stato troppo ampio: 51,43% contro 43,62%, anche se il centrodestra avesse avuto un candidato diverso non si sarebbe potuto vincere, Lucia Borgonzoni è stato un candidato ha ottenuto un risultato storico in una regione da sempre governata dalla sinistra e questo le va riconosciuto.

5.LA LEGA OLTRE IL 30%

La Lega si conferma il primo partito del centrodestra con quasi il 32%, una percentuale altissima merito della presenza costante di Salvini sul territorio che ha contribuito a tenere alto il voto di opinione verso il partito.

6.IL VOTO DISGIUNTO

Il voto disgiunto ha inciso nella vittoria di Bonaccini ed è avvenuto in particolare da parte degli elettori del Movimento Cinque Stelle che hanno votato per il movimento e al tempo stesso per Bonaccini rafforzando la posizione del presidente uscente.

7.L’ECATOMBE DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE

Il Movimento Cinque Stelle in regione è praticamente scomparso, il 3,48% del candidato Simone Benini condanna i grillini all’irrilevanza con il 4,74% ottenuto dal simbolo del movimento che è tagliato fuori dai giochi, si torna al bipolarismo?

8.IL BOOM DI FRATELLI D’ITALIA

Fratelli d’Italia ha ottenuto un risultato molto importante a livello regionale raggiungendo il 8,59%. In molti comuni ha raddoppiato, triplicato o addirittura quintuplicato i consensi con casi eclatanti in capoluoghi come Cesena dove si è passati dal 1,6% delle comunali di maggio 2019 al 8,3% delle regionali in soli sei mesi.

9.IL CROLLO DI FORZA ITALIA

Forza Italia è praticamente scomparsa totalizzando il 2,56%, ha eletto un solo consigliere e ha dato un contributo marginale alla coalizione, da segnalare il tonfo di Cambiamo! di Toti in tandem con il Popolo della Famiglia che ha totalizzato lo 0,29%.

10.IL RUOLO DELLE SARDINE

Infine occorre domandarsi qual è stato il ruolo delle sardine in questa campagna elettorale e quali saranno le prospettive future per Santori e compagni. Senza dubbio hanno contribuito a far sì che un elettorato di sinistra tornasse alle urne ma cosa succede nelle prossime settimane? Diventeranno un partito? Nascerà un nuovo soggetto a sinistra?

Francesco Giubilei, 27 gennaio 2020

 

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