Cronaca

Immigrato, stupratore e già espulso. Ma lo lasciano libero di uccidere

Una studentessa 19enne uccisa al Bois de Boulogne. Il killer, di nazionalità marocchina, aveva già precedenti

© Techin24, DAPA Images e Layer-Lab tramite Canva.com

Philippine, studentessa di 19 anni, era scomparsa venerdì scorso dopo essere uscita dalla sua Università Paris-Dauphine alle 14. Doveva andare dai suoi genitori a Saint-Quentin-en-Yvelines. Ma non è mai arrivata a casa. Il suo corpo è stato scoperto sabato scorso, semi sepolto nel Bois de Boulogne, uno dei parchi più grandi e frequentati di Parigi. Un giovane di 22 anni, di nazionalità marocchina, sospettato di aver ucciso la ragazza è stato arrestato martedì a Ginevra, in Svizzera.

Le forze dell’ordine sono risalite a lui grazie al dna trovato sul corpo di Philippine e alle telecamere di sorveglianza della zona, che hanno ripreso il giovane mentre utilizzava il bancomat della vittima. Al momento non sono noti il ​​movente e il possibile legame con la vittima. Quello che è noto però è che era già conosciuto dalla giustizia francese per un caso di stupro risalente al 2019, quando era minorenne e per il quale era stato condannato nell’ottobre 2021. Su di lui pendeva un provvedimento di espulsione. Dal 18 giugno scorso le autorità francesi gli avevano imposto l’obbligo di lasciare il territorio francese, cosa mai avvenuta.

Il sospettato era arrivato in Francia dalla Spagna nel 2019, quando aveva 17 anni, entrando regolarmente con un visto turistico valido dal 13 giugno 2019 al 27 luglio 2019. Ma dopo non è mai tornato in patria, rimanendo sul suolo francese da irregolare. Poco dopo il suo arrivo in territorio francese, ha violentato una studentessa di 23 anni. È stato rapidamente identificato dagli investigatori della Sicurezza dipartimentale della Val-d’Oise grazie al suo dna ed arrestato. Dopo il processo è stato condannato a sette anni di prigione. Ma ne sconterà soltanto tre.

A giugno del 2024 era stato trasferito in un centro di detenzione amministrativa, in vista di un rimpatrio mai avvenuto perché le autorità francesi hanno avuto molte difficoltà ad ottenere dal Marocco il lasciapassare necessario per eseguire l’espulsione. Quando a settembre un giudice gli ha permesso di uscire a patto che si presentasse regolarmente alle autorità, il giovane ne ha approfittato per far perdere le sue tracce. Fino a quando non ha incontrato ed ucciso la giovane studentessa nel parco più grande di Parigi.

Si apre così una grossa grana per il nuovo ministro degli Interni, Bruno Retailleau, appena insediatosi con il governo Barnier. Solo poche ore prima dell’omicidio, Retailleau aveva lanciato l’impegno ad aumentare significativamente il tasso di esecuzione degli Oqtf, ovvero “Obligation de quitter le territoire français – Obbligo di lasciare il territorio francese”. Dopo la notizia dell’assassinio, il ministro ha promesso di rafforzare la legge e l’ordine, di inasprire la legislazione sull’immigrazione e rendere più facile l’espulsione degli stranieri che commettono crimini.  Ma intanto la rabbia sociale è già esplosa in Francia.

Cristina De Palma, 26 settembre 2024

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