Esteri

Io c’ero, quando la Nato bombardò Belgrado

Il ricordo di Toni Capuozzo dei missili contro l’ambasciata cinese del 7 maggio 1999

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C’ero, lo ricordo bene. I missili contro l’ambasciata cinese a Belgrado il 7 maggio 1999. Uno dei 78 giorni in cui la Nato, per mettere fine al disastro umanitario in Kossovo, bombardò la Serbia. Gli aerei partivano anche dall’Italia, da Aviano. Presidente del Consiglio era Massimo D’Alema. Avevo visto la pulizia etnica in Kossovo, ma ho visto anche i cosiddetti danni collaterali, le vittime dei “nostri” bombardamenti.

Alla Casa Bianca c’era Bill Clinton, che del bombardamento dell’ambasciata cinese disse: “Tragico errore”. Un’inchiesta del New York Times confermò. Ho sentito troppo voci, allora, su un centro di comando segreto dell’ esercito di Milosevic per credere allo sbaglio. Stavo, quella sera, in un ristorante su un battello sul fiume, poco lontano. Alle esplosioni, ondeggiò come per un’ondata. Corsi davanti all’ambasciata mentre arrivavano i vigili del fuoco. Portarono fuori un corpo. Le ambulanze soccorrevano i feriti. Morirono tre persone.

Le voci dissero poi che nei feretri che, con un permesso di violazione della fly zone, decollarono su un aereo alla volta di Pechino, avessero aggiunto dei pezzi dello Stealth abbattuto, l’aereo invisibile che i cinesi avrebbero voluto analizzare. In questi giorni Xi Jinping è andato a Belgrado, ultima tappa del viaggio in Europa, non a caso. Per i morti civili qualunque di quei 78 giorni nessuna visita ufficiale, credo.

Toni Capuozzo, 11 maggio 2024

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