Salute

Il caso Israele

Israele, boom di infarti dopo il vaccino

Cosa dice un nuovo studio su “Nature”

Salute

di Paolo Becchi e Nicola Trevisan

Ebbene si… abbiamo la pistola fumante. E dobbiamo ringraziare studiosi americani e israeliani che si sono presi carico di incrociare i dati delle chiamate per arresto cardiaco (CA) e per sindrome coronarica acuta (ACS) nella popolazione di 16-39 anni giunte all’EMS (Israel National Emergency Medical Services) nel periodo 2019-2021. Tali dati sono stati incrociati e valutati con le curve dei tassi di infezione e vaccinazione Covid-19 nello stesso periodo.

I risultati sono emblematici! Nel periodo gennaio-maggio 2021 è stato rilevato un aumento di oltre il 25% in entrambe le tipologie di chiamata rispetto agli anni 2019-2020. Si nota anche come i conteggi settimanali delle chiamate di emergenza erano significativamente associati ai tassi di 1a e 2a dose di vaccino somministrata a questa fascia di età, ma non ai tassi di infezione da Covid-19. Tali effetti si affiancano alla comprovata relazione causale già stabilita tra vaccini e miocardite, una causa frequente di arresto cardiaco imprevisto nei giovani.

Lo studio è stato ritenuto esente da revisione da parte del Massachusetts Institute of Technology Institutional Review Board (E-3300) ed è stato anche approvato anche dal comitato di ricerca dell’IEMS.

Per chi volesse la lettura completa dello studio pubblicato il 28 aprile scorso (sia su Nature che su Pubmed) rimandiamo ai due link ipertestuali evidenziati. In questa sede riportiamo la conclusione grafica di per sé esauriente a dare una risposta e speriamo a sollecitare gli enti di approvazione nazionali e internazionali, nel fare un’attenta analisi rischio beneficio e non continuare a trattare la popolazione come carne da macello.

I risultati dello studio

Questo studio sfrutta un set di dati unico di tutte le chiamate EMS di CA e ACS, avvenute in Israele per due anni e mezzo che considerano 14 mesi prima dell’inizio della pandemia di Covid-19, 10 mesi che includono due ondate della pandemia di Covid-19 e 6 mesi con una terza ondata di pandemia parallela al lancio della vaccinazione tra la popolazione. Pertanto, fornisce una prospettiva unica per esplorare l’associazione tra le tendenze nel volume delle chiamate CA e ACS durante il periodo di studio e diversi fattori, come i tassi di infezione da Covid-19 e i tassi di vaccinazione.

I risultati evidenziano un aumento statisticamente significativo di oltre il 25% in entrambi: CA (25,7%, P <0,05) e ACS (26,0%, P <0,001) per i pazienti di età compresa tra 16 e 39 anni nel periodo gennaio-maggio 2021, rispetto allo stesso periodo nel 2020. È interessante notare che per CA non vi è alcuna differenza statisticamente significativa nel rispettivo volume di chiamate durante l’intero anno (gennaio-dicembre) dal 2019 al 2020, prima del lancio della vaccinazione e terza ondata di Covid-19 in questa fascia di età.

Allo stesso modo, per ACS, l’aumento durante l’intero anno dal 2019 al 2020 è stato seguito da un aumento ancora più ampio nel periodo gennaio-maggio dal 2020 al 2021 (aumento del 26,0%), che è avvenuto durante la terza ondata di Covid-19 e il lancio della vaccinazione. Entrambi i sessi nella fascia di età 16-39 anni hanno registrato un aumento delle chiamate CA e ACS dal 2020 al 2021 per gennaio-maggio. Tra i maschi, le chiamate CA sono aumentate del 25,0% (P = 0,073) e le chiamate ACS sono aumentate significativamente del 21,3% (P <0,01). Tra le femmine, le chiamate CA sono aumentate del 31,4% (P = 0,224) e le chiamate ACS invece significativamente del 40,8% (P <0,01).

Per poter fare un’associazione tra CA e ACS riscontrate che possano pervenire da infezioni Covid-19 o dalla somministrazione del vaccino, i ricercatori hanno attuato una correlazione per ranghi di Spearman, tale coefficiente è utilizzato quando si vuole stabilire quanto le osservazioni avvengano in un preciso ordine. Ed è il caso appunto quando siamo in presenza di un’ondata di infezioni e dell’avvio della campagna vaccinale. Senza scendere qui troppo nella statistica, i risultati di questo metodo (che trovate dettagliatamente nello studio) portano a indicare che c’era maggiore fattore di correlazione fra le chiamate CA e ACS a seguito della vaccinazione che non a seguito delle nuove infezioni da COVID-19

Questi risultati sono sottolineati dalle figure allegate, che presentano i grafici rispettivamente per CA e ACS. Si nota come sua il conteggio delle chiamate CA che quello ACS (curva rossa) iniziano ad aumentare all’inizio di gennaio 2021 e sembrano seguire da vicino la curva della 2a dose (curva blu continua). Hanno un picco intorno all’inizio di marzo e poi diminuiscono durante marzo e la prima parte di aprile. I grafici evidenziano anche la mancanza di associazione tra le infezioni da Covid-19 (curva grigia) e le chiamate CA e ACS, che è invece più chiaramente visibile durante le prime due grandi ondate di infezione nel 2020.

Un secondo aumento si osserva a partire dal 18 aprile circa. È interessante notare che questo secondo aumento sembra seguire da vicino il numero stimato di dosi singole somministrate per le persone che si sono riprese da Covid-19 (linea verde), a partire dall’11 aprile. All’inizio di marzo il Ministero della Salute israeliano ha approvato la vaccinazione degli individui di età pari o superiore a 16 anni, guariti da un’infezione da Covid-19, con una sola dose di vaccino, purché siano trascorsi tre mesi dalla guarigione. Come si evince dai conteggi dei contagi da Covid-19, il picco della terza ondata tra gli under 40 si è verificato intorno all’11 gennaio (curva grigia). Ciò potrebbe spiegare il potenziale aumento della vaccinazione monodose osservato a partire dall’11 aprile e il successivo aumento delle chiamate per CA e ACS (curve rosse).

Conclusioni

Il risultato principale di questo studio è l’aumento di oltre il 25% sia del numero di chiamate CA che di chiamate ACS di persone nella fascia di età 16-39, durante l’introduzione della vaccinazione Covid-19 in Israele (gennaio-maggio 2021), rispetto con lo stesso arco temporale degli anni precedenti (2019 e 2020). Inoltre, esiste un’associazione solida e statisticamente significativa tra il conteggio settimanale delle chiamate CA e ACS e i tassi di 1a e 2a dose di vaccino somministrata a questa fascia di età. Allo stesso tempo, non è stata osservata alcuna associazione statisticamente significativa tra i tassi di infezione da Covid-19 e il conteggio delle chiamate CA e ACS.

Le immagini grafiche riportate supportano e rafforzano questi risultati. L’aumento delle chiamate CA e ACS a partire dall’inizio di gennaio 2021 segue da vicino la somministrazione di vaccini di seconda dose. Questa osservazione è coerente con diversi studi precedenti che associavano eventi avversi più significativi, inclusa la miocardite alla 2a dose del vaccino.

A partire dal 18 aprile 2021 si osserva un secondo aumento del conteggio delle chiamate CA e ACS, a causa dell’aumento della vaccinazione a dose singola per le persone guarite dalle infezioni da Covid-19. Anche tale fatto è coerente con studi precedenti che suggeriscono come la risposta immunitaria generata da una singola dose (sugli individui guariti) è generalmente più forte della risposta alla seconda dose di vaccino negli individui, che non sono stati esposti all’infezione da Covid-19, quindi con maggiore rischio di effetti avversi.

Tali problemi cardiaci si affiancano al noto effetto avverso di miocardite nei giovani, ma se mentre tale miocardite indotta da vaccino è stata riportata prevalentemente nei maschi è interessante notare come l’aumento relativo degli eventi CA e ACS (vedi tabella sopra) sia maggiore nelle femmine. Ciò può suggerire la potenziale sotto diagnosi o la sottostima della miocardite nelle donne. È necessaria un’indagine tempestiva per comprendere meglio le potenziali cause alla base dell’aumento osservato delle chiamate EMS legate al cuore, inclusi i fattori correlati al vaccino e all’infezione Covid-19, nonché fattori aggiuntivi, come una maggiore sensibilizzazione del pubblico agli eventi avversi post-vaccinazione.

In secondo luogo, è essenziale aumentare la consapevolezza tra i pazienti e i medici rispetto ai sintomi correlati (ad es. fastidio al torace e mancanza di respiro) a seguito di vaccinazione per garantire che il potenziale danno sia ridotto al minimo. Ciò è particolarmente importante tra la popolazione più giovane e in particolare nelle femmine, che spesso ricevono una valutazione diagnostica inferiore per eventi cardiaci avversi rispetto ai maschi. Chi oggi tace è complice di un grave danno che viene fatto alla salute dei nostri giovani.

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