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Italbasket, buona la prima. Perché pure senza Banchero può sognare

Gli azzurri di Gianmarco Pozzecco battono l’Angola. Squadra impacciata, ma la squadra c’è

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Poteva essere il Mondiale dell’Italia di Banchero… e invece Banchero ci sarà ma indosserà la canotta degli Stati Uniti. Nel corso dell’ultimo anno si è detto e scritto tanto sulla vicenda Banchero; se nell’estate 2022 vi era una certa fiducia sul fatto che il cestista statunitense con cittadinanza italiana potesse scegliere l’Italia, con il passare dei mesi e soprattutto alla luce della sua straordinaria stagione di esordio in NBA, quella speranza si è via via affievolita con il giocatore che alla fine ha optato per il team Usa. Se la scelta di Banchero fosse ricaduta sui colori azzurri il nostro movimento cestistico ne avrebbe tratto grandi benefici su più livelli.

In primo luogo, da un punto di vista prettamente sportivo, con la stella degli Orlando Magic in quintetto, l’Italia sarebbe diventata a pieno titolo la “mina vagante” del mondiale asiatico e la conquista di una medaglia iridata (la prima della storia) non certo un’utopia. Sì perché Banchero, prima scelta al draft 2022 e rookie dell’anno 2023, è un fuoriclasse assoluto ed il suo inserimento nel gruppo azzurro avrebbe permesso all’Italia di fare un salto in avanti deciso in termini di competitività. Allo stesso tempo, proprio in virtù dello spessore del giocatore, l’Italia avrebbe avuto gli occhi del mondo puntati addosso con l’opportunità quasi irripetibile di godere di una piena visibilità a livello planetario; peraltro, la curiosità di vedere Banchero in maglia azzurra, avrebbe catalizzato un grande interesse anche nel nostro paese, avvicinando al mondo del basket persone che tradizionalmente non seguono questo sport ma che sarebbero state attratte dalle sue gesta. Alla luce di tutto questo, la scelta di Banchero di giocare per gli Stati Uniti e non per l’Italia rappresenta per il nostro movimento un’opportunità persa nonché una ferita difficile da rimarginare.

Analizzando questa vicenda dal versante azzurro potremmo dire che la nostra “sfortuna” vada identificata nell’esplosione di questo fuoriclasse già nella sua stagione d’esordio in NBA; sapevamo tutti di essere in presenza di un cestista di talento assoluto ma il suo essere così dominante fin da subito ha per certi versi rotto quell’equilibrio che sembrava poterlo spingere verso l’Italbasket. Di fronte ad un giocatore di questo livello, destinato a frantumare record e a diventare uno dei cestisti più forti e vincenti dei prossimi 10-15 anni, era quasi impensabile che l’NBA, gli sponsor e l’intero movimento cestistico statunitense potessero “farselo scappare” a beneficio della nazionale azzurra.

In un certo senso l’Italia poteva rappresentare un ottimo piano B, una sorta di paracadute per un giocatore molto forte ma che forse neppure si aspettava di essere su livelli stellari così precocemente; acquisita la consapevolezza di potersi ritagliare uno spazio importante nella nazionale a stelle e strisce, ha preferito questo scenario a quello alternativo dell’Italia, in cui avrebbe recitato il ruolo della stella assoluta ma nel contesto di una nazionale certamente più povera di talento rispetto a quella statunitense.

Quali possono essere le prospettive dell’Italbasket senza Banchero al Mondiale asiatico? Con Gallinari assente giustificato (ha perso tutta la stagione passata a causa del grave infortunio patito in nazionale nell’estate 2022) e capitan Datome alla sua ultima competizione in azzurro (si ritirerà al termine del Mondiale), l’Italia punterà sulla forza di un gruppo coeso e determinato, con un mix di giocatori esperti e di giovani in rampa di lancio, che ha tanta voglia di fare bene e di stupire. Inutile dire che molto ci si aspetta da Simone Fontecchio, unico giocatore NBA della nostra selezione, dalla cui ispirazione e dalle cui mani dipenderà molto del destino della spedizione azzurra.

Paradossalmente, il fatto di non partire con i favori del pronostico potrebbe anche rappresentare un elemento positivo; agli Europei dello scorso anno i nostri ragazzi, quasi a fari spenti, dopo il meritato successo sulla Serbia agli ottavi di finale, hanno sfiorato l’impresa con la Francia nei quarti arrivando ad un passo dalla semifinale. Sulla carta il Gruppo A con Angola, Repubblica Dominicana e Filippine appare più che abbordabile.

La partita di oggi, con la vittoria dell’Italbasket sull’Angola, ha confermato i pronostici. La squadra africana ha dato filo da torcere a una Nazionale ingolfata, con le polveri bagnate dalla lunga distanza. Tuttavia, nonostante le evidenti difficoltà dell’esordio, l’Italia ha superato l’Angola senza eccessive paure o difficoltà. Domenica si torna in campo contro la Repubblica Dominicana e i giochi si faranno più duri. L’obiettivo minimo è quello di passare il turno, ma farlo da primi può dare vantaggi nella seconda fase.

Le prime due del girone passano alla fase successiva in un raggruppamento che vedrà anche le prime due classificate del Gruppo B, composto da Sud Sudan, Serbia, Cina e Porto Rico. A loro volta le prime due del nuovo raggruppamento approderanno ai quarti di finale dove il destino potrebbe fare incrociare in modo quasi beffardo l’Italia e gli Stati Uniti di Paolo Banchero. Possiamo dire senza dubbio che l’obiettivo minimo per la squadra di Pozzecco sia proprio quello di raggiungere i quarti di finale; se poi il fato ci metterà di fronte gli Stati Uniti e Banchero, punteremo sul nostro orgoglio e sulla nostra determinazione per tentare lo sgambetto ai giganti del basket e provare a dare un dispiacere a quel fantastico giocatore che abbiamo sognato di vedere in azzurro ma che a questo punto vorremmo sfidare e battere sul campo.

Enrico Paci, 25 agosto 2023

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