Commenti all'articolo Joshua Wong in carcere, ma è più libero di noi occidentali

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A.L.
A.L.
5 Dicembre 2020, 20:53 20:53

Un articolo nobile dal finale amaro e vero. Grazie Nicolò Petrali.

Guido Moriotto
Guido Moriotto
4 Dicembre 2020, 7:16 7:16

“Libertà per Joshua Wong e i ragazzi di Hong Kong”.
Lo striscione da appendere in ogni Palazzo Comunale degli 8500 Comuni d’Italia per Natale.
Che i gruppi consigliari prendano l’iniziativa e il centro destra ed ogni gruppo democratico si dia da fare. Un atto di civiltà.

Laval
Laval
4 Dicembre 2020, 5:14 5:14

Parlare in Italia della protervia dittatoriale cinese è interdetto dal governo giallo rosso.
La tendenza filo cinese del governo è nota a tutti, manovrata da alcuni personaggi come Conte, Di Maio, Romano Prodi il quale dopo alcuni cicli di lezioni nelle università cinesi si muove come suo difensore nell’università di Bologna.
Il sospetto che Prodi sia il mandante delle sardine si estende alle ultime sue dichiarazioni sugli immigrati e subito dopo esce la Boldrini con il suo emendamento.
Probabilmente il mortadella ha imparato a muoversi nell’ombra dalla diplomazia cinese e Conte che funzione ha in tutto questo?
Presto mi aspetto una proposta di intervento finanziario cinese sul nostro debito per comprarci meglio e comunque è inutile aspettarsi un intervento italiano a favore della democrazia e della libertà in Cina in quanto loro sostenitori.
Il nostro governo non riesce neanche a riportarci i nostri pescatori arrestati in Libia, come pensare che possa sussurrare una parolina a Xi Jinping, neanche comprando una montagna di mentine ovviamente prodotte in Cina.

Lamberto Wis
Lamberto Wis
4 Dicembre 2020, 1:10 1:10

In Cina in situazione molto adverse questi bravi ragazzi protestano .
In Itália e pure qui nel Brasile da dove escrivo , mi sembra que i giovanni istiano piu preocupati com le movide e qui com o balli funk . Non anjo piu sangue nele vene .

Gianluca
Gianluca
3 Dicembre 2020, 22:40 22:40

Hanno appeso alle facciate dei palazzi comunali striscioni per Giulio Regeni (ci appesero anche le bandiere della pace, gli edifici pubblici sono “cosa loro”, non nostra), a Bologna il rettore Ubertini, scelto come sempre dal solito mazzo, ha aperto l’anno accademico nel nome di un certo Patrick Zaky, studente fuoricorso egiziano attivista lgtb e detenuto nel suo paese in attesa di processo. Non spenderanno una parola per sostenere la causa di questi ragazzi, due pesi, due misure, come sempre.

Vittorio
Vittorio
3 Dicembre 2020, 20:04 20:04

Noi difendiamo i cesare battisti.

Popolo di pusillanimi, celebriamo gli infami che sparano alle spalle.

Chi rischia la propria vita e la propria libertà con la forza del pensiero, è ignorato da coloro che temono chi ha le palle per affrontare l’abisso in cui il potere ci vuole cacciare.

Perchè questa marmaglia non accetta chi celebra l’individuo come sacro e inviolabile.

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