Esteri

“Kiev ha cambiato le bozze”. Cosa succede ai negoziati Ucraina-Russia? - Seconda parte

Il ministro degli Esteri russo Lavrov accusa l’Ucraina di aver cambiato le bozze dei negoziati e gli Stati Uniti di fomentare Zelensky nel proseguire le ostilità

A quali regole del gioco allude il ministro degli Esteri russo? Ad un aumento delle offensive nel Donbass oppure all’assunzione di gravi sanzioni nei confronti di asset strategici dei Paesi Ue, gas e petrolio su tutti? Sicuramente, l’uscita di Borrell non solo rischia di trascinare l’Europa all’interno di un vero e proprio campo minato, ma pare riassumere fedelmente anche un sentimento guerrafondaio – minore, ma pur presente – che serpeggia tra le aule istituzionali dell’alleanza atlantica. Lo stesso Joe Biden definì Vladimir Putin “un criminale di guerra”; il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, liquidò l’ex funzionario del KGB con la formula “è un animale”.

La giravolta di Di Maio

Ora, lungi dal sottoscritto assumere funzioni temporanee da Corte Penale Internazionale, sembra però difficile portare al tavolo della diplomazia un Paese, sicuramente aggressore, ma che con queste uscite rischierebbe di diventare ancor più radioattivo rispetto a quanto non lo sia già oggi. Nonostante le parole di Borrell, lo stesso Di Maio, comunque, pare compiere un dietro front rispetto alle posizioni di inizio guerra e cerca di rassicurare Mosca: “L’Italia si opporrà ad interventi militari diretti della Nato”. Una decisione – questa volta lo possiamo dire con fermezza – ragionevole, razionale, il cui contrario rischierebbe solo di aggravare gli esiti del conflitto, nonché le già esasperate condizioni in cui vige la popolazione ucraina.

Le trattative continuano a rimanere congelate, bloccate, in fase di stallo. Lo stesso ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, parla di negoziato, ma il “risultato verrà dal campo di battaglia”. La sensazione è che l’ultimo colpo, tragico e decisivo, dipenda solo dai combattimenti che si scateneranno dalle prossime ore nel Donbass. Solo dopo si potrà parlare di pace e negoziato. Nel frattempo, altri morti, altre violenze, altre stragi. La guerra non si ferma.

Matteo Milanesi, 13 aprile 2022

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