La bellezza eco-chic di un bidone

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“Easy Trolley”. Davvero easy. Manico ergonomico, tipo trolley con sistema blocca/sblocca. La lucida plastica antracite luccica sotto la luce carezzevole della luna. Gli spigoli posteriori sono chiosati da un catarifrangente; non si sa mai che un monopattino elettrico non lo veda e ci sbatta contro. Scendo dunque agilmente le scale, grazie alle comode rotelle e al manico così perfettamente a mia misura. Saluto la vicina che torna dal lavoro, noto che le cade l’occhio su quel bidoncino nuovo, procedo ostentando quell’oggetto che, così ripulito, sa tanto di chic, di eco-chic.

Posiziono il bidone nuovo di zecca e andandomene mi volto per guardarlo ancora una volta… “Futuristico, il design è futuristico. Bello”. Mi allontano con l’orgoglio di aver fatto tutto bene, anche questa settimana secco, plastica e umido sono stati correttamente smistati. Se avrò tempo, potrò pensare a lavare le scatolette di tonno e allora sì, sarò davvero a posto. Palpo la tasca del cappotto e apro il portafoglio, c’è la mia nuova carta. Platino? No. Di più. Ho finalmente la carta con il chip per aprire il bidone dell’umido e questo è davvero un punto d’arrivo. Un accesso esclusivo per utenti riconosciuti e riconoscibili.

Chiudo la porta di casa. L’esecuzione regolare di questo compito mi soddisfa come un rito ed è preoccupante. Piano piano le azioni accessorie spodestano quelle fondamentali, mi sembra quasi di non distinguere più le proporzioni esatte delle une e delle altre, le priorità si confondono. C’è qualcosa che non quadra, la gerarchia è stravolta e il particolare giganteggia con il benestare di tutti.

Da quando? Da quando l’inquietudine si è annichilita, da quando si è reputata troppo scomoda la tensione, meglio zittirla con una forma ecosostenibile e governarla; manca il “toc-toc” dell’alternativa ed è sempre più frequente imbattersi nella ricerca di una stabilità atea mosaicata come una chiesa, che celebra il moralismo, un culto che disumanizza e fagocita chi lo pratica. Spuntano come funghi i perbenisti che ti e si compiacciono in un gioco di rimandi, di parole garbate, discorsi green e politicamente talmente corretti da strapparti un assenso automatico, un cenno di capo contrito e colpevole. La natura intanto diventa ambiente e perde la connotazione di creato, un creato da contemplare, rispettare e amare insieme alle persone che lo popolano.

Fiorenza Cirillo, 18 dicembre 2022

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