Salute

La mia (brutta) esperienza con i vaccini

I fallimenti del governo nella gestione Covid e i dubbi sulla terza dose

Salute

La premessa sarà sgradevole ma è necessaria: avevo ragione io. Quando, all’incirca un mese fa, riportai su questo stesso sito la testimonianza di un medico che i vaccini prima li faceva, adesso li controlla, in America, mantenendo la dovuta riservatezza, fui attaccato perché quella testimonianza diceva alcune cose molto semplici: i vaccini sono utili ma vanno maneggiati con cautela; la fase di sperimentazione è lungi dall’essersi conclusa; gli effetti a lungo termine, di conseguenza, restano interlocutori come minimo; meglio lasciar perdere i bambini, in ogni caso. Fiorirono subito i commenti dei provocatori, ma la mia fonte non era “mio cuggino” e neanche “il mio macellaio”: adesso uno studio approfondito della Fondazione Hume diretta da Luca Ricolfi, riportato su la Verità da Daniele Capezzone, conferma tutto. Anzi, io c’ero andato anche più piano, perché riferivo della asserita inutilità del siero fino a 30 anni d’età, mentre il divulgatore scientifico Mario Menichella va ben oltre: “I benefici superano i rischi [solo] dai 40 anni in su”. Come la mettiamo? La mettiamo che il governo, tetragono alla decenza, è scatenato nel voler vaccinare tutti dai neonati in su, avalla campagne deliranti come quella di Parent Projects che non si vergogna di usare alcuni malati di sclerosi multipla per mandare il seguente messaggio: “Poteva andarmi peggio, potevo nascere novax”, e fioriscono i ricatti per obbligare tutti alla terza dose.

Male dopo prima e seconda dose

E allora mi tocca tornare all’esperienza personale, perché io sono il mio esperimento. Ho assunto la prima somministrazione in giugno, ho fatto il richiamo a luglio: ho ricevuto auguri di morte prima dai provax, che mi consideravano un negazionista; quindi, dai novax che mi reputavano un traditore. Ho scelto liberamente, cercando di orientarmi nel marasma di pseudoinformazioni, confidando nel male minore. L’ho considerata una decisione normale, cinque minuti e via, almeno non ci penso più. Sono stato molto, molto male la prima volta; mi hanno spiegato che con la seconda sarebbe andata meglio: sono stato ancora peggio, distrutto nel fisico e, per riverbero, nella psiche: ero apatico, depresso, sfinito. Adesso mi sento dire che con la terza dose “andrà tutto bene”, resterò coperto per i prossimi 100 anni, non mi succederà niente. Ma perché dovrei fidarmi? Anche per la prima dose mi avevano fatto le medesime promesse, le identiche rassicurazioni: sono durate meno di un quadrimestre e nessuno ammette di essersi sbagliato. Cosa mi fa pensare che questa volta andrà meglio? Che, dopo un paio di mesi, non verranno a dirmi che occorre una quarta, e una quinta, e una ennesima dose, “sull’esempio di Israele”? Ho anche letto, non so dove, non sono in grado di ricordare “la fonteh” (cercatevele una buona volta su Google, e se non vi fidate peggio per voi), che il rischio di miocarditi, trombosi ed altri accidenti cresce ad ogni dose; che ad ogni assunzione il sistema immunitario d’indebolisce. Allora?

Terza? Mi spiace, ho dato

Allora io non sono un novax. I vaccini li ho fatti tutti, anche, spesso, quello influenzale, e pure quello anticovid. Però, come dicevo, ho sperimentato su di me e i risultati sono stati disastrosi; adesso un governo di incompetenti e di sciagurati pretende da me che io mi immoli di nuovo, sulla base di previsioni simili a vaticini, di proiezioni che ricordano i fallimentari modelli matematici per il clima, ad opera di “virologi” del tutto squalificati (da loro stessi…), che cambiano idea più spesso che biancheria. No, mi spiace, io ho chiuso.

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