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La Svizzera piena zeppa di spie russe. Ma non le espelle: ecco perché - Seconda parte

Nel Paese ci sarebbero ancora ben 70 diplomatici russi che non vengono cacciati per mantenere canali di comunicazione con la Russia

Tuttavia, per far fronte a questi massicci arrivi di sfollati, la Confederazione ha incrementato i posti nei suoi alloggi da 4500 (prima della guerra in Ucraina) a 8 mila. Questa capacità, però, è già in crisi e dovrà essere aumentata ancora, anche per far fronte a profughi provenienti da altri Paesi (in febbraio 2022 questi ultimi ammontavano a 1300). Quindi, con l’aiuto dell’esercito, le autorità stanno organizzando centinai di posti aggiuntivi per dormire in saloni comunali, palestre o strutture sportive. Tali alloggi sono solo provvisori e servono per le prime cure e la registrazione iniziale dei profughi ucraini che poi vengono assegnati ai vari Cantoni.

I rifugiati ottengono un cosiddetto permesso “S” della durata di un anno, rinnovabile, e che, dopo minimo 5 anni, potrebbe tramutarsi in un normale permesso “B”, che è il primo livello di permesso per stranieri residenti e con un lavoro nella Confederazione Elvetica. Come molte altre tematiche in Svizzera, anche l’aiuto ai profughi è delegato ai Cantoni e quindi si riscontrano molte differenze a seconda della località.

I soldi destinati ai profughi  

Secondo il quotidiano zurighese “Tages Anzeiger”, il canton Berna per esempio distribuisce 270 franchi in contanti a settimana per due adulti ucraini con un bambino. Nel cantone di Zurigo invece ogni ucraino rifugiato ottiene un assegno da 500 franchi al mese, che però si può cambiare solo in una determinata banca in un preciso giorno della settimana. Quindi per i bisogni immediati i rifugiati ricevono piccole somme di denaro dai Cantoni; successivamente, una volta ottenuto il permesso “S”, i profughi possono ricevere un “vero” sussidio sociale, di valore però minore rispetto a quello ottenuto dai cittadini svizzeri che ne siano intitolati.

Lo Stato Federale paga direttamente ai Cantoni circa 1500 franchi per ogni profugo col permesso “S”, per coprirne i relativi costi, all’incirca così distribuiti: 400 chf per l’assicurazione sanitaria privata obbligatoria, 600 chf per il sussidio sociale, 200 chf per l’affitto e 300 chf per spese amministrative. Il sussidio sociale viene infine regolato tra i Cantoni, i Comuni e i diretti interessati, quindi spesso diversamente a seconda della regione, malgrado le direttive federali che prescriverebbero trattamenti uguali per tutti.

Questa burocrazia però richiede tempo e spesso i profughi dall’Ucraina arrivano in Svizzera senza niente: diventa quindi difficile resistere con mezzi propri prima che i sussidi vengano loro fisicamente elargiti. La Confederazione è riuscita a venir incontro anche a queste necessità con buon senso pratico: i soldi vengono finora distribuiti in modo rapido senza effettuare subito tutte le verifiche finanziarie sugli sfollati ucraini che li ricevono. Per i primi sei mesi funzionerà in questo modo, poi, per i profughi che rimarranno in Svizzera, verranno verificati i loro possedimenti effettivi ed eventualmente essi dovranno rimborsare parzialmente il denaro ottenuto a seconda della loro situazione patrimoniale.

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