L’Ave Maria è tradizione: non pieghiamoci ai vigliacchi

Vittorio Sgarbi andrà a Melis a incontrare la maestra sospesa perché ha fatto recitare preghiere ai suoi alunni

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Andrò in Sardegna a Melis a trovare un’insegnante straordinaria: Marisa Francescangeli. Andrò a trovarla per dirle che ha rappresentato, nel modo più alto, i principi della cultura italiana. Quella che trova in Dante, nell’ultimo canto del Paradiso, una preghiera alla Vergine è una delle più straordinarie testimonianze, non di fede, ma di intelligenza. E l’Ave Maria ed il Padre Nostro che pure sono testi semplici, sono testi che appartengono alla tradizione di un popolo.

Il fatto che un’insegnante nei giorni di Pasqua faccia recitare l’Ave Maria e il Padre Nostro ai suoi allievi e alle sue studentesse è qualcosa che non può che essere guardata con ammirazione e meritare un premio. Caro collega ministro Valditara, tu non puoi tollerare che l’ufficio scolastico della scuola San Vero di Melis sospenda per 20 giorni una maestra solo perché ha fatto pregare i bambini in classe per Pasqua. Perché quell’Ave Maria è testimonianza della cultura cristiana, non di un’oppressione o di una superstizione.

È incredibile la sospensione per 20 giorni da parte di un ufficio scolastico fatto di gente che merita solo di essere cacciata e di non stare mai più in una scuola. L’ufficio scolastico ha sospeso per 20 giorni una maestra che non ha fatto altro che riportare tradizioni, comportamenti, usi, che non hanno niente a che fare con la imposizione.

Sono come una lenta preghiera che ci richiama alla nostra storia, vita, cultura, scuola. Risponde “L’Infetto Quotidiano” che è giusto aver sospeso lo stipendio e l’attività lavorativa per 20 giorni a Marisa Francescangeli. “Non solo hanno fatto bene a farle un provvedimento disciplinare – dice uno dei lettori – ma quella insegnante andava licenziata perché ha fatto pregare”. Pregare è un atto di disciplina mentale e di concentrazione su qualcosa che è la nostra anima, al di là della fede. Pregano i musulmani, i buddisti, i cristiani, quelli che hanno un’anima.

Valditara, devi agire e ripristinare, premiare questa insegnante. Devi farlo, viste tutte le polemiche che hanno fatto su di te e sulla tua idea del merito. Il merito è tornare a una dimensione di misura, di disciplina, come la preghiera soltanto può indicare, al di là della certezza di Dio.

Tra un po’ dovremo licenziare il Papa, dovremo imporgli di non pregare, dovremo impedire alle persone di andare a messa. Siamo in un mondo di pazzi, in un mondo in cui ci si può drogare, è giusto avere rapporti omosessuali, è giusto avere bambini fra due uomini, ma non si può pregare. Esiste una lenta tradizione che vive dentro di noi, una tradizione di verità, che è la verità di Cristo uomo. Dobbiamo per caso vergognarci di quello che leggiamo nei Promessi Sposi, nella Divina Commedia e nell’opera dei grandi poeti? Dobbiamo censurare Dante?

Si vergogni l’ufficio scolastico, fatto di persone che vorrei incontrare per guardare con tutta la mia rabbia. Marisa Francescangeli non ha manipolato le menti di innocenti bambini, li ha cullati con l’innocenza della preghiera. Recitare preghiere è qualcosa che ha una dimensione che ci riporta a un’innocenza altrimenti perduta. Questa è la preghiera. Li ha obbligati a fare un atto contro la loro volontà? Ma pregare non è un atto contro o pro la volontà, è una forma di disciplina della mente. È come studiare il latino, è come leggere Dante. Ci sono i genitori, vigliacchi, che attaccano un’insegnante solo perché fa pregare e trovano ascolto presso l’ufficio scolastico. “La maestra ha abusato della sua libertà di insegnamento”, dicono questi, “per imporre la propria ideologia cristiana cattolica”. Ma il cattolicesimo non è ideologia: è fatto di comportamenti, formazione, e regole di vita a cui ci si può anche ribellare. Io sono stato in un collegio, ma non credo che qualcuno lo debba chiudere perché mi costringevano ad andare a messa tutti i giorni.

Ma di cosa stiamo parlando? Valditara, prendi l’ufficio scolastico e chiudilo. E aiuta, sostieni questa insegnante, questa maestra che ha semplicemente indicato la disciplina che è la preghiera. Preghiera è disciplina. Belle le monache nei conventi che hanno deciso di fare quella scelta. Dovremmo impedir loro di farla perché c’è dietro l’ideologia cristiana cattolica? Deficienti, dementi, infetti, corrotti. La vostra è una corruzione profonda contro i valori della nostra civiltà. Che è quella per cui noi siamo quello che siamo. Le chiese sono piene di opere d’arte che sono preghiere. Tutta l’arte è preghiera. Giotto è preghiera. Qualcuno richiama all’ordine che deve essere nella nostra mente. L’ordine di Giotto, di Dante, di Piero della Francesca, di Masaccio, di Raffaello, di Michelangelo. Questo è nell’induzione alla preghiera di Marisa Francescangeli.

Sia lodata questa donna. Valditara, ribellati: sii il ministro che devi essere. Impedisci che i valori della nostra civiltà siano trattati in questo modo. Altrimenti tutto è finito. Genitori veri, ribellatevi. Poi ci sono quei dementi che vogliono “proteggere i loro bambini dall’abuso della libertà di insegnamento per imporre la propria ideologia cristiana”. Quale ideologia? Non sapete nulla. Siete l’abisso dell’ignoranza. Siete la volgarità e la miseria. Siete la criminalità che parte proprio da questi principi. Che non sono principi, sono distruzioni di valori. La finta libertà non è libertà. Essere educati da un’insegnante è il dovere dell’insegnante. È la disciplina che l’insegnante deve dare ai suoi allievi. E pregare è disciplina. Andrò a Melis a trovare Marisa Francescangeli per portarle dal governo, che io rappresento, tutta la mia solidarietà.

Vittorio Sgarbi, 9 aprile 2023

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