Cultura, tv e spettacoli

I 70 anni del critico d'arte

Le donne, l’arte, la politica. Sgarbi senza freni: “Mi ha chiamato Draghi e…”

L’intervista a Quarta Repubblica di Vittorio Sgarbi in occasione dei suoi 70 anni

Una vita da Vittorio Sgarbi. E cioè arte, politica, polemiche, televisione e donne, come le “tre al mese” che sostiene di avere avuto. Il critico d’arte compie 70 anni e dopo la festa con amici e parenti, ieri è si è seduto nello studio di Quarta Repubblica insieme alle sue due figlie. Un’intervista in perfetto stile Sgarbi, appunto, senza filtri e senza freni.

Tutto ruota attorno ad un dipinto che rappresenta – diciamo – la “sgarbeide”, ovvero l’insieme di amici e persone care che hanno segnato la vita del critico. Ci sono Morgan, i collaboratori di una vita, D’Agostino, i genitori, la storica fidanzata, Cruciani, Maurizio Costanzo e tanti altri. E c’è anche Silvio Berlusconi, cui Sgarbi ha dedicato alcune parole. “Il Cavaliere è un mio amico, molto importante per me sul piano personale – ha detto – Io l’ho sempre difeso”.

Si è poi parlato di donne. Quante ne ha avute il critico d’arte? “Io ho fatto una valutazione come quella di Califano: almeno tre al mese, me le vuoi dare?”. Le figlie, lì presenti, non sono scandalizzate: “Lui è così”. Magari non sarà arrivato alle 35mila di Fidel Castro, ma insomma: poche non sarebbero.

Durante l’intervista, Sgarbi ha rivelato anche di aver ricevuto una chiamata da Mario Draghi in occasione del compleanno di essersi ferito mentre rispondeva al telefono al premier. “Mi ha chiamato l’altro giorno per farmi gli auguri. Nel momento in cui mi ha chiamato ero in un negozio e ho sbattuto la testa e mi sono ulteriormente ammaccato il naso”. Ha poi raccontato il rapporto con le sue figlie, avute da due donne diverse. E della collezione di opere d’arte acquistate nel tempo, già dedicate ad una fondazione nell’ottica di trasformarla in un vero e proprio museo. “Io giro senza soldi da 40 anni – ha raccontato Sgarbi – pagano sempre le persone che sono con me. Non mi sono nemmeno accorto del passaggio dalla lira all’euro. C’è qualcuno che li amministra per me”. Una persona, però, la invidia. Si chiama Paolo Bonolis: “Io lo invidio – ha riso – perché il Cavaliere gli ha dato 80 milioni di euro in 4 anni, avrà un conto in banca con cui potrebbe avere il Louvre. Io quando ho un po’ di soldi compro un’opera d’arte: il Vittoriale, in confronto a casa mia, è vuoto”.

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