Le fake news? Sono saltate fuori con la Brexit e l’elezione di Trump…

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Negli ultimi due numeri di «Zafferano News», l’iniziativa editoriale totalmente gratuita e di alta qualità di Riccardo Ruggeri, c’è un reportage in due puntate molto interessante di Giovanni Maddalena, che val la pena riprendere in questa rubrica.

Riguarda le cosiddette fake news. Sono diventate un tormento che, come spesso nota Ruggeri, ci fanno perdere di vista le ben peggiori Fake Truth. Che cosa scrive Maddalena, dunque? «Ad inizio giugno alla mitica École Normale Supérieure di Rue d’Ulm, Parigi (la madre della Normale pisana) si è tenuto un grande convegno su fake news, post-verità e altre amenità… Nel loro incontro, capiredattori di importanti radio e televisioni ci hanno detto che il giornalismo (francese?) non ha mai avuto pecche, che non c’è nessuna autocritica da fare e che, su mia domanda, non è vero che sono stati i giornalisti dei mezzi di comunicazione classici a insegnare a tutti come mentire. Eppure, da chi avremmo imparato a tagliare la foto o l’inquadratura, enfatizzare pericoli, procurare allarme, dare giudizi sommari, infilarci in eterne contrapposizioni impuntandosi nelle opinioni come se vivessimo sempre in un talk show? Ma no, zero autocritica. Queste tecniche sono saltate fuori dal nulla con la Brexit e l’elezione di Trump…».

Maddalena continua e prende di mira anche i cosiddetti esperti europei. «La strategia europea combinata è: più controllo, più educazione al pensiero critico, cioè al dubbio sistematico su ciò che si trova in rete, contrasto di stato (anzi, d’Europa) ai big della comunicazione attraverso la creazione di un browser europeo (il Google de noantri). Perché sono notizie abbastanza cattive? Innanzi tutto, perché non vedono che il controllo è stato e sempre sarà fallimentare. Non si riesce quasi mai a stabilire il confine tra fatto e opinione (il tal politico è un incapace è un fatto o un’opinione?) e, se ci fosse il mezzo per riuscirvi, si rischierebbe una censura politico-sociale molto forte da parte dei proprietari dei social network. Per quanto riguarda l’educazione, ciò che normalmente s’intende per pensiero critico è un dubbio sistematico sulle notizie da chiunque esse vengano. Ma il problema è che le fake news affondano le proprie radici proprio nella cultura del dubbio che ci è stata insegnata. Combatterle con una dose maggiore di dubbio è come pensare di fare una dieta aumentando grassi e zuccheri».

Ecco su questo ultimo aspetto si può certo dissentire, ci si può chiedere: se non sul dubbio, se non sulla falsificabilità popperiana, su che cosa basare la conoscenza moderna? Ma «Zafferano News» e Maddalena hanno avuto il merito e l’intuizione di andare nella tana del lupo a stuzzicarlo.

Nicola Porro, Il Giornale 14 luglio 2019

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