Commenti all'articolo Le scuole chiuse svelano il bluff dell’istruzione di Stato

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Lara
Lara
7 Aprile 2020, 13:13 13:13

Non posso parlare della scuola ora. Ho 50 anni e parlo di quello che ho vissuto. Liceo Classico aspettavo la fine delle ore in classe per andare a studiare a casa, studiavo molto fino a notte e non bastava il pomeriggio, fra il lungo viaggio in strada intasate dal traffico e i doveri di casa (mezzi pubblici, difficile istituzione pare. Si allo stato poliziesco ma mai perderemo la liberta’ di stare in coda 2 ore per 10 km, questa e’ la vera libertà! Non mi si faccia aprire quarant’ anni di assurdita’). Si partiva da casa alle 6:30 per arrivare in ritardo a scuola ed essere ripresi ….per un totale di 12km… Le ore di “lezione” erano dedicate a interrogazioni a caso e in un clima di feroce competizione che ha portato a rovinare l’adolescenza …poi massacrati di compiti e letture e nessun finesettimana possibile. Non ho imparato, ho odiato quelle materie e non ricordo NULLA. Universita’ Costi altissimi di alloggi in nero. In tutta Italia affittavano SOLO in nero agli studenti. Grazie ai carabinieri e allo stato che ora sono cosi’ zelanti di avere chiuso gli occhi sui soprusi sotto gli occhi di tutti. La burocrazie delle iscrizioni? Un incubo che negava una delle pochissime sessioni semestrali di esame differenziando ripetente, fuori corso, calzetta rossa, e via dicendo. Professori… Leggi il resto »

Dora Intraversato
Dora Intraversato
8 Marzo 2020, 11:50 11:50

COME IN TUTTI I SETTORI ANCHE NELLA SCUOLA CI SONO PERSONE PREPARATE E RESPONSABILI DEL PROPRIO RUOLO E ALTRE MENO.

IN QUESTO MOMENTO PERÒ LE SCUOLE SONO STATE CHIUSE PER EVITARE I CONTAGI. NON È STATO CHIARITO IL CONCETTO AGLI STUDENTI CHE SE NE VANNO TRANQUILLAMENTE IN GIRO PER LE CITTÀ AUMENTANDO IL RISCHIO GENERALE.

DEVONO STARE IL PIÙ POSSIBILE NELLE LORO ABITAZIONI MAGARI A RIPASSARE IL PROGRAMMA.

IL PERIODO CORONAVIRUS NON È UNA VACANZA.

RIMANDIAMO TUTTE LE CRITICHE ANCHE SE COSTRUTTIVE A TEMPI MIGLIORI

Adobbati Mauro
Adobbati Mauro
8 Marzo 2020, 7:41 7:41

I professori, nel tempo in cui non sono in aula, studiano e si aggiornano continuamente. Le domande che ci pongono i nostri studenti ci obbligano a profonde analisi e riflessioni sugli argomenti che trattiamo. Il confronto deve essere continuo e la lezione in presenza comporta una maggiore qualità del processo di insegnamento apprendimento. Il periodo che stiamo vivendo non potrà in alcun modo sostituire completamente la normale attività didattica (al massimo potrà mettere una pezza per gli studenti che più si impegnano). Chi scrive non ha la minima idea di ciò che comporta il lavoro di insegnamento e probabilmente nel ha mai messo piede in un’aula scolastica!

Luca
Luca
8 Marzo 2020, 6:03 6:03

Egregio signor Desiderio, con questa sua opinione lei sta tentando di vandalizzare una istituzione nè più nè meno di un ragazzino viziato e di buona famiglia che disturba la lezione, scrive sui banchi e sui muri, rompe le porte dei cessi e piscia fuori dal vaso, tutto tronfio della propria bravata. La scuola italiana purtroppo ha un solo colpevole difetto, quello di non poter educare la famiglia, quella stessa che, più colpevole, ancora non riesce ad insegnare ai nostri figli che il bene comune va usato si, ma riconsegnato in condizioni migliori di come l’abbiamo trovato. Per far questo non occorre nè analisi logica, nè algebra, nè ore di studio. Basta il buon esempio e la sua imitazione. In Italia purtroppo una buona fetta di utenti a questa cosa non ci pensa neanche, e la scuola, povera e cenerentola, non può che subire, perché non ha i mezzi per reagire. Mi creda che a fare insegnamento in queste condizioni, organizzare una didattica efficace. non bisogna essere solo bravi, ma prima di tutto eroi, e bisogna crederci davvero. Mi dispiace, ma devo darle una brutta notizia, da alunno che ha vissuto la chiusura delle scuole del terremoto dell’80: la scuola italiana ne uscirà ancora più forte e necessaria di prima, perché le famiglie, malgrado la sua bravata, non hanno nessuna intenzione… Leggi il resto »

Maria Gabriella Strinati
Maria Gabriella Strinati
8 Marzo 2020, 2:00 2:00

Non concordo con questa analisi perché la realtà è ben diversa da quanto descritto. La scuola è un luogo di formazione e crescita. La maggior parte degli alunni che conosco non vede l’ora di tornare in classe dove lo studio, il confronto, la discussione generano idee e formano cittadini. Ciò che viene descritto in questo articolo non è la scuola attuale che è fatta di persone preparate e dedite alla loro missione educatrice.

Inoltre la scuola porta socialità e amicizie.

Per concludere mi permetto di dire che la scuola ha un ruolo importante anche perché permette a un padre e una madre di lavorare sapendo che il proprio figlio o figlia è in “buone mani”.

Gabriella Strinati

Jan
Jan
8 Marzo 2020, 1:42 1:42

Mi ha colpito questa riflessione fatta da Desiderio….anch io pensavo da tempo che la scuola fosse morta ma l ho realizzato mentre leggevo l articolo

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