Politiche green

L’eclatante mossa dell’ente Usa sul clima: via alla rivoluzione anti-green

Il nuovo amministratore dell’Epa, Lee Zeldin, ha deciso di abrogare ben 31 regolamenti verdi dell’era Biden. Solo l’Ue è rimasta all’obbligo elettrico

Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

L’ultimo soldato giapponese della Seconda Guerra Mondiale ufficialmente riconosciuto come “holdout” (cioè un soldato che continuò a combattere o a nascondersi dopo la fine del conflitto) è Teruo Nakamura. Nakamura si arrese il 18 dicembre 1974 sull’isola di Morotai, in Indonesia, dopo aver vissuto per circa 30 anni nella giungla, ignaro della fine della guerra avvenuta nel 1945. La notizia del giorno è che il primato di Nakamura sta per essere superato dall’Unione Europea. Infatti, mentre gli Stati Uniti sembrano finalmente sulla via della guarigione dalla follia “green”, l’Ue insiste ostinatamente nel confermare la transizione energetica verso il nulla cosmico (e il mondo non occidentale mangia popcorn, godendosi lo spettacolo). E così, per evitare che centinaia di migliaia di lavoratori assaltino il Parlamento europeo, l’Ue ha lanciato, in fretta e furia, la corsa al riarmo, che prevede la riconversione dell’industria automobilistica – soprattutto quella tedesca, grazie alla capacità di spesa della Germania – in industria bellica. Così, nulla e nessuno la farà desistere dal mettere in discussione il D-Day, fissato al primo gennaio 2035.

A proposito, che fine hanno fatto i milioni (o forse miliardi) di posti di lavoro promessi grazie alla transizione energetica? In ogni caso, è confermato: il 2035, scolpito nelle sacre tavole di Bruxelles, sarà, inesorabilmente, l’anno della morte definitiva, immutabile e incrollabile dei veicoli con motori a combustione interna! Mi chiedo quali motori saranno montati sui veicoli militari di prossima produzione, ma meglio stendere un velo pietoso.

Dicevo, negli Usa la “morte verde” pare scongiurata, e provo a spiegarne brevemente il motivo. Con l’avvento del nuovo amministratore dell’Environmental Protection Agency (EPA), Lee Zeldin, questo prestigiosissimo ente, nato nel 1970 per tutelare l’ambiente e la salute pubblica, abbandonerà tutta quella poltiglia ideologica che ne aveva offuscato l’immagine. Quanto è avvenuto è di estrema importanza, poiché l’EPA, con il suo corpus di norme tecniche, ha rappresentato per oltre mezzo secolo un punto di riferimento assoluto per chi si occupa di tutela ambientale. Riassumo brevemente questa storia di miseria e rinascita. Nel 2007, la Corte Suprema degli Stati Uniti, a seguito di una delle tante cause ambientali, stabilì che l’EPA dovesse determinare se le emissioni di anidride carbonica e di altri gas atmosferici potessero causare o contribuire all’inquinamento atmosferico a un livello tale da mettere in pericolo la salute pubblica o il benessere. Se l’agenzia avesse risposto affermativamente, si sarebbe creata la base giuridica per regolamentare quelle emissioni.

Durante la presidenza Bush (fino al 2009), non si mosse nulla. Tuttavia, il candidato e successivo presidente Obama promise di eliminare il carbone per la produzione di energia elettrica e di “trasformare radicalmente” l’America. Di conseguenza, la “sua” EPA scoprì rapidamente l’esistenza di una terribile minaccia: l’anidride carbonica! Così, il 7 dicembre 2009, l’EPA emise il suo Endangerment Finding (EF) – la “constatazione del pericolo” – in cui si afferma che l’anidride carbonica (CO2) e altri cinque gas serra (GHG) sono inquinanti che minacciano la salute pubblica e il benessere delle generazioni americane, attuali e future. Inserire l’anidride carbonica tra gli inquinanti, al di là di ogni evidenza scientifica e di buon senso, fu una sfacciata decisione politica per assecondare i programmi elettorali del nuovo presidente e fornire la base giuridica per le nefandezze successive. L’EPA di Obama promulgò poi il Clean Power Plan (CPP), che chiuse numerose miniere di carbone e centrali elettriche a carbone, eliminò migliaia di posti di lavoro e devastò fabbriche, famiglie e comunità in tutti gli Stati Uniti. Il CPP spinse inoltre il passaggio all’energia eolica e solare, con tutte le scelleratezze commesse in nome della cosiddetta transizione energetica.

Ed eccoci alla buona notizia. Il nuovo amministratore, Lee Zeldin, ha deciso di abrogare ben 31 regolamenti sul clima dell’era Biden. L’agenzia sta revisionando dozzine di standard ambientali dell’amministrazione precedente, come il Clean Power Plan 2.0, gli standard Mercury and Air Toxics, il Greenhouse Gas Reporting Program, le regole sulle emissioni dei veicoli, il Good Neighbor Plan, gli standard di qualità dell’aria, i regolamenti idrici e altro ancora. Zeldin ha dichiarato: “Riesaminando le massicce regole sulla constatazione del pericolo (EF), il costo sociale della decarbonizzazione e questioni simili, stiamo infliggendo un colpo mortale alla religione del cambiamento climatico e inaugurando l’età dell’oro americana”. E ancora: “Dopo 16 anni, l’EPA riconsidererà formalmente la constatazione del pericolo. L’amministrazione Trump non sacrificherà la prosperità nazionale, la sicurezza energetica e la libertà della nostra gente per un’agenda che strozza le nostre industrie, la nostra mobilità e le scelte dei consumatori, avvantaggiando gli avversari d’oltremare. Seguiremo la scienza, la legge e il buon senso ovunque ci portino, e lo faremo mentre promuoviamo il nostro impegno per fornire aria, terra e acqua più pulite, sane e sicure”.

Sul sito dell’EPA si legge: “… queste azioni storiche ridurranno trilioni di costi normativi e ‘tasse’ nascoste sulle famiglie statunitensi… il costo della vita per le famiglie americane diminuirà. Sarà più conveniente acquistare un’auto, riscaldare le case e gestire un’impresa. Sarà più facile riportare la produzione nelle comunità locali, mentre i singoli cittadini beneficeranno ampiamente degli impatti economici tangibili. Queste azioni creeranno posti di lavoro americani, compresi incredibili progressi per riportare i posti di lavoro nel settore automobilistico, ripristinare lo stato di diritto e restituire agli stati il potere di prendere le proprie decisioni. Le normative dell’era Biden e Obama, ora in fase di riconsiderazione, hanno soffocato quasi ogni settore dell’economia americana”.

Al di là del tono enfatico, Zeldin vuole riportare la valutazione del rischio ambientale su basi scientifiche, tenendo però sempre conto del rapporto costi-benefici. Ad esempio, se per ridurre in modo trascurabile le emissioni di CO2 si impone la sostituzione delle economiche caldaie a metano con le più costose pompe di calore [2], si deve anche valutare il rischio di un aumento delle morti per freddo tra coloro che non avranno più i soldi per riscaldarsi adeguatamente. Quello lanciato da Lee Zeldin dovrebbe risuonare come un messaggio forte e chiaro per l’Unione Europea, ma temo che gli europei rimarranno gli ultimi a capire che la guerra è finita, rischiando di battere il primato di Nakamura.

P.S.: il fanatismo “green” si sta palesando in questi giorni con l’attacco violento a Tesla. Se la scelta dei veicoli elettrici fosse davvero motivata da preoccupazioni ambientali sincere, e non da semplici scelte ideologiche finalizzate a distruggere le democrazie occidentali, non dovrebbe interessare la marca del veicolo elettrico. Come avrebbe detto Confucio: “Non importa di che colore sia il gatto, l’importante è che acchiappi i topi”!

Carlo MacKay , 17 marzo 2025

[1] https://www.epa.gov/newsreleases/epa-launches-biggest-deregulatory-action-us-history
[2] https://freebeacon.com/biden-harris-administration/biden-bans-scores-of-natural-gas-water-heaters-driving-up-prices-with-lame-duck-regulations/

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