Cronaca

“Lei è russa? Niente acqua”. Occhio a non esagerare con l’anti-putinismo

La denuncia di Larina, cittadina russa che lavora in Italia da anni: “Non mi hanno venduto la bottiglietta”. Arrivano le scuse

russa acqua fiumicino

Va bene avercela con la Russia per la guerra in Ucraina, per la morte di Navalny e per altri mille motivi. Ma occhio a non esagerare. All’aeroporto di Fiumicino Anna Larina, cittadina russa residente nel paese da un decennio e professionista nel campo dell’interpretariato e dell’insegnamento, ha sperimentato un’azione discriminatoria che ha provocato un’ondata di reazioni a vari livelli.

Durante un acquisto al duty free dell’aeroporto, Larina si è vista rifiutare la vendita di una semplice bottiglia d’acqua dopo che le commesse hanno esaminato il suo passaporto russo. La motivazione fornita faceva riferimento a linee guida non specificate, collegate agli eventi geopolitici correnti e alla morte del dissidente Aleksej Navalny, che precluderebbero la vendita di prodotti ai cittadini russi. “Mi trovo all’Aeroporto di Fiumicino – si sente in un video pubblicato su Instagram – e qui non mi hanno venduto una bottiglia d’acqua al duty free, dicendomi apertamente che non potevo prendere niente perché ho il passaporto russo e perché la Russia due anni fa ha iniziato la guerra. E quando ho chiesto ‘dove è scritto?’ mi hanno risposto ‘sul sito del Ministero degli Esteri, può andare e vedere tutto lì’, con massimo disprezzo”. E ancora: “Sono scioccata, ho il permesso di soggiorno e pago le tasse in Italia da più di 10 anni ma a Roma non posso compare un’acqua”.

La vicenda, prontamente denunciata da Larina attraverso i social media, ha rapidamente catturato l’attenzione pubblica, sollevando questioni sulla legittimità e sull’etica di tali comportamenti escludenti. La reazione non si è fatta attendere da parte delle strutture coinvolte. Aeroporti di Roma (Adr), sebbene abbia dichiarato di non essere direttamente responsabile per le dinamiche del negozio duty free, ha manifestato solidarietà verso Larina, criticando apertamente l’accaduto e ribadendo che tali azioni non rispecchiano i valori di accoglienza e inclusività dei suoi partner commerciali. Ha inoltre sottolineato l’assenza di qualsiasi direttiva ministeriale che imponga restrizioni sulla vendita di beni a individui in base alla loro nazionalità. “Gentile Anna – si legge – siamo costernati e ci rammarichiamo per quanto le è capitato in occasione della sua permanenza all’aeroporto di Fiumicino. Il comportamento descritto è assolutamente non in linea con gli standard applicati dai partner commerciali di Aeroporti di Roma. Per quanto possa occorrere, naturalmente confermiamo che non esiste alcuna norma che vieti la vendita di generi alimentari o di beni di qualsiasi tipo a persone con cittadinanza di determinati Paesi”.

In parallelo, il gruppo Aelia Duty Free Italia ha espresso le sue scuse a Larina, descrivendo l’incidente come un caso isolato e assicurando l’introduzione di misure correttive interne per prevenire il ripetersi di situazioni simili in futuro. “Ci scusiamo per quanto avvenuto nel nostro store – si legge nella nota – è un incidente isolato e stiamo facendo le verifiche necessarie al fine di prendere provvedimenti interni affinché episodi del genere non si ripetano”.

Franco Lodige, 20 febbraio 2024

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