L’emergenza Covid da ecatombe a pecoreccio

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Ho scritto per questo sito un pezzo su Zingaretti, ho scelto un registro comico, grottesco, ha fatto oltre centomila visite (Twitter, casualmente, ha cancellato il mio account): la gente non ha colto il lato ridicolo, ha colto quello tragico.

Commissario superfallimentare

Adesso il supercommissario superfallimentare Arcuri dice la stessa cosa, “vi entreremo in casa, vi verremo a prendere” e io che dovrei fare? Un altro pezzo? Per denunciare che cosa? La deriva autoritaria? Ma è lì, sotto gli occhi, neanche la mascherano più.

“È per il vostro bene” dice Arcuri ed è il segno comune alle dittature. Volevano farlo e lo fanno. Ha cominciato il ministro sanitario malmesso Speranza, ha rilanciato il segretario del Pd, Politburo Democratico, ha ribadito il commissario di regime: è l’ultimo limite, l’inviolabilità del domicilio che serve a travolgere quel che resta delle garanzie costituzionali: dopo c’è, a ruota, l’annullamento dell’individuo. Nessuno protesta davvero, ci si lamenta sottovoce, si mormora sui social: già li controllano, chiuderanno pure quelli, in modo chiurgico, selettivo.

Sono usciti dei leak, come si dice in gergo per indiscrezioni, anticipazioni, che svelano la strategia a venire: bloccati fino all’Immacolata, poi guinzaglio libero per spendere a Natale e per offrire il pretesto, a gennaio diranno, esattamente come dopo l’estate: avete visto, siete stati pessimi, irresponsabili e dobbiamo rinchiudervi ancora, per il vostro bene. Già Conte, indebolito e quindi più fosco, lugubre, ringhia: ve la siete cercata. E scarica le inettitudini del potere sull’obbedienza dei sudditi, altro classico autoritario. I virologi rossi spingono, lui esclude soluzioni drastiche, il che, conoscendolo, lascia temere l’esatto contrario.

Paese allo sfascio

Dicono i fiduciosi a oltranza: ma non può finire così. E perché non potrebbe? Già si diceva a febbraio che era irreale, improbabile ma ci siamo ritrovati sui balconi come topi di laboratorio: perché non dovrebbero insistere? L’economia? Il paese allo sfascio? Ma non capite che è questo che vogliono, che c’era da organizzare una soluzione greca? Non per tutto il paese, Roma si distrugge da sola, così fa la Campania del signorotto De Luca, il Mezzogiorno è perso, la Calabria della sanità commissariata perché invasa dalla ‘ndrangheta e affidata a generali in confusione, poi a generici utilité, la Puglia e Sicilia e Campania del business dei falsi positivi e dei redditi di cittadinanza affidati a mafia e camorra non conta, sono lande abbandonate a loro stesse.

Quello che bisognava distruggere è la fascia che va dal Piemonte al Veneto, così le spoglie se le disputano il leone cinese e gli avanzi la Germania e la Francia. Il nord, da ovest a est ha resistito ma adesso è domo. Come disse Mario Monti, quello che ha salvato il cavallo abbattendolo: più i singoli stati franano e più l’Unione Europa vince.

Virus della psicosi

Le cose saranno anche attorcigliate ma alla fine risultano di una chiarezza disarmante: hanno protratto un esperimento sociale, è riuscito e loro vanno avanti. L’Istituto Superiore di Sanità di Brusaferro emette i suoi report da cui risulta un tasso di mortalità minimo, gestibile, età media 83 anni, contagi dei giovani lo 0,24%, dei 50% lo 0,4% ma tutti ripetono: è l’ecatombe, moriamo come mosche, gli ospedali scoppiano.

Scoppiano perché depauperati dagli Zingaretti, da politiche europee dissennate e strategiche, da mancanze governative forse non così innocenti neppure quelle. Perché la psicosi è tale che se ti acciacchi un piede vai a farti ricoverare per Covid e gli ospedali sono contenti visto che incamerano quattromila euro a presunto positivo. Poi soccorrono le infermiere sexy che si fanno i selfie mentre stramazzano di fatica con le unghie assassini e le labbra tumide.

C’è questa nuova entrata dei virologi, la Antonella Viola, che si vede molto avvenente e non fa niente per dissimularlo, come s’è visto sabato in tv dal mite Gramellini.

Che altro ci sarebbe da capire, da interpretare? Il Sud è andato, il nord crolla coi suoi Arrigo Cipriani che a 90 anni vede morire il suo Harry’s bar cuore di Venezia, le sue palestre e movide, tutto ucciso, tutto incamiciato a forza e va bene così, deve andare così. Di colpo non si parla più di influenze stagionali e neanche di riscaldamento globale, le stragi islamiche durano un’ora, i notiziari, giornali e telegiornali tutti sul Covid e se parlano di altro lo riportano al Covid, sia sport, sesso, cucina, gossip, elezioni americane.

Vince Biden e parte il coro dei servi, anche con accenti demenziali e nella politica d’alto bordo non va meglio, il piddino Gentiloni, commissario economico per l’Europa, è così felice che si abbraccia da solo, gode da solo.

Ma può una figura istituzionale di ruolo europeo lasciarsi andare a un commento così inappropriato, al limite dell’insulto? Da cui si coglie tutta la ragione di Trump nel diffidare di quell’accolita di intriganti e di affaristi di Bruxelles.

Ma allegri, abbiamo una nuova influencer, Angela da Mondello, la tipazza sovrappeso che vaneggiava “Non ce n’è Coviddì” e l’hanno fatta diventare una star. Ha fatto un video di trash demenziale, il commissariato di Palermo le ha contestato il totale spregio di ogni regola sanitaria, tutti nel video senza mascherina e assembrati, l’ha interrogata il commissario Manfredi Borsellino, il figlio di Paolo.

L’altro è il Commissario Strada, Gino Strada, chiamato da Conte a sanificare la Calabria. Il Covid da ecatombe a pecoreccio, le soluzioni fantasia, le regioni da colorare in ragione della gravità, la comunicazione governativa appaltata ai Ferragnez e Angela da Mondello che balla il Coviddì. Siamo diventati un paese senza sovranità, un paese di trasferelli. Andrà tutto bene?

Max Del Papa, 13 novembre 2020

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