Carlo Nordio guida il lettore in un viaggio storico-filosofico attraverso l’idea di Giustizia, dalle sue radici nelle diverse tradizioni giudaico-cristiana e greco-romana, mostrandoci con esemplare chiarezza l’evoluzione di questo concetto che riveste un ruolo cardinale per la convivenza degli uomini.
Nella seconda parte del testo, Nordio si cala nella contemporaneità, e precisamente nella realtà del nostro Paese, per poi tratteggiare una riforma radicale dei codici penale e processuale penale richiamandoci ai principî informatori dei sistemi anglosassoni e illuministico-liberali.
In armonia con tali direttrici, auspica l’adozione di un sistema autenticamente accusatorio, la separazione delle carriere dei magistrati inquirenti da quelle dei magistrati giudicanti, l’abolizione della obbligatorietà dell’azione penale, l’eliminazione degli sconci della carcerazione preventiva, la reale applicazione del principio di presunzione di innocenza, e conseguentemente la cancellazione della Giustizia etica che si propone di perseguire i “peccatori” invece che limitarsi al rispetto delle regole di legge.
Un’impresa riformatrice difficile, indilazionabile e coraggiosa che sicuramente incontrerà mille ostacoli e opposizioni da parte dei pronipoti dell’Ancien régime.