Appunti sudamericani

L’intervista al climatologo da far leggere ai catastrofisti del clima

Steven Elliot Koonin, sottosegretario per la Scienza e l’Energia di Obama: “Problema ingigantito, andrà tutto bene”

Steven Elliot Koonin sul clima

Steven Elliot Koonin è uno scienziato e un climatologo, non certo accusabile di chissà quali simpatie per questo o per quel politico. È stato infatti sottosegretario per la Scienze e l’Energia per Barack Obama eppure respinge con forza i catastrofismi sul clima che oggi invece vanno per la maggiore. Soprattutto tra i progressisti.

“I media amano parlare di cambiamento climatico – ha detto intervistato da Quarta Repubblica – Parlare di minaccia incombente attira l’attenzione della gente: come diciamo noi in America, “se c’è sangue fa notizia”. Altra cosa è dire, come faccio io, che il clima sulla terra non cambierà così tanto e andrà tutto bene”. Secondo Elliot Koonin infatti si sa “ingigantendo il problema ambientale”. Questo non vuol dire che l’attività umana non influenzi in qualche modo il clima, ma “in realtà il pianeta cambia anche da solo come ci dimostrano i dati storici”.

Ecco perché chi oggi parla di un consenso unanime sugli effetti dell’attività antropica sbaglia. E di grosso. “Se leggiamo i rapporti ufficiali dell’Ipcc delle Nazioni Unite non si trova una parola sul clima impazzito – assicura lo scienziato – Non esiste una dimostrazione scientifica che vi sia una tendenza a lungo termine sul clima. Alcuni consigli scientifici sono frutto dell’ideologia: c’è uno sforzo deliberato da parte di alcuni scienziati per sopprimere una lettura semplice e diretta dei rapporti ufficiali. Per esempio, quando ho scritto che non esiste una prova sull’effetto dell’attività umana sugli uragani, ho citato i rapporti ufficiali ma mi hanno dato dell’idiota per questo. Da scienziato trovo tutto questo sconcertante”.

Per approfondire

Steven Elliot Koonin ha un’idea ben chiara anche sul progetto, tutto europeo, di abbattere le emissioni a zero entro il 2050. “Non è una buona soluzione – spiega –  L’economia mondiale e quella europea in particolare hanno bisogno di energia affidabile e conveniente. Se cambiamo il sistema troppo in fretta, la società ne soffrirà. Le politiche europee – anziché risolvere il problema – finiranno solo per danneggiare l’economia”. Decarbonizzare il pianeta sarebbe ovviamente auspicabile, ma non lo si può fare tramite bacchetta magica. Bisogna tenere un “ritmo adeguato”: “Occorre sviluppare le nuove tecnologie e inserirle gradualmente e nella misura in cui riusciamo ad abbatterne i costi. Altrimenti ci troveremo con 6 miliardi di persone senza energia”.

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