Politica

L’Italia non è più la preferita dai trafficanti: crollo del 70% degli sbarchi

I dati di Frontex un buon segnale per il Belpaese: meno viaggi lungo il Mediterraneo centrale

migranti meloni © geralt tramite Canva.com

Sui migranti qualcosa è cambiato, non ci sono più dubbi. Dopo un’estate a dir poco claudicante, con il record di sbarchi e le criticità a Lampedusa, il governo guidato da Giorgia Meloni ha cambiato passo e la strategia messa in atto sta dando i primi frutti. La certificazione del successo arriva dai dati diffusi ieri da Frontex sul crollo del 70 per cento degli attraversamenti irregolari sulla rotta del Mediterraneo centrale nei primi due mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Partiamo dai numeri. Nei primi due mesi del 2024 il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere nell’Unione Europea ha raggiunto quota 31.200, un livello simile a quello di un anno fa. Ma, come anticipato, la situazione nel Mediterraneo centrale – la rotta che porta verso le coste italiane – è cambiata radicalmente, registrando il calo maggiore. Gli aumenti più elevati sono stati annotati nell’Africa occidentale e nel Mediterraneo orientale, rispettivamente +541% e +117%. Tornando al Mediterraneo centrale, a gennaio sono stati registrati circa 2.000 rilevamenti sul percorso. Ma non è tutto: nei primi due mesi del 2024 sono calati i flussi anche lungo l’altra rotta che interessa l’Italia, quella dei Balcani occidentali, dove gli attraversamenti irregolari di migranti sono risultati in calo del 65 per cento rispetto ai primi due mesi del 2023.

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Il governo ha meritato critiche anche severe per la gestione dei migranti per gran parte del 2023, ma la svolta sembra essere arrivata. Già alla fine dell’anno erano stati annotati dei miglioramenti in termini di sbarchi, ma l’analisi di Frontex sembra premiare gli sforzi del governo Meloni, basti pensare al memorandum firmato da Ue e Tunisia. Il primo ministro ha spinto per raggiungere un’intesa con Tunisi vantaggiosa per tutti: per il Paese africano in termini economici, per l’Europa in termini di immigrazione. Criticato dalla sinistra per evidente invidia, l’accordo è considerato un modello da Bruxelles, pronto a proporlo anche ad altri Paesi dell’area africana, dall’Egitto alla Mauritania. Senza dimenticare le altre iniziative, dal patto con l’Albania al piano Mattei, in una strategia che spera di mettere la parola fine al business dei trafficanti di esseri umani.

L’Italia ha imboccato la strada giusta, ma guai ad abbassare la guardia. Anzi, bisogna lavorare ancora di più, fino a convincere l’Europa della necessità di una gestione complessiva dei fenomeni migratori, con un occhio alla dimensione esterna e un altro al contrasto degli irregolari.

Massimo Balsamo, 14 marzo 2024

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