Cronaca

Lo sbirro buono dalle mani d’artista. Caro Nazareno, hai lasciato un buco nero

A quattro anni dalla morte un evento in ricordo di Nazareno Giusti, giornalista e artista eclettico

Nazareno Giusti

C’era un ragazzo che non aveva pari, unico in tutto: un poliziotto dalla stretta di mano forte e leale, che soffriva per i misfatti di quella società dissociata che era chiamato a difendere; e così, forse per evadere, forse solo per quel cuore immenso, si sfogava a scrivere articoli per i giornali, a disegnare con un talento di artista delle tavole davvero senza pari. I soggetti erano anomali, fuori dal tempo, eterni: un libro stupendo su Ligabue, il pittore, un doppio volume su Giovannino Guareschi, lo scrittore di Mondo Piccolo, il sindacalista Guido Rossa trucidato dalle BR. Ma pure Muhammad Alì, il pugile attivista, così come Enzo Tortora, il conduttore stritolato da una giustizia ingiusta e infame. Nazareno Giusti era uno sbirro e un artista liberale e nelle sue tavole questo tratto risalta senza equivoci: i soggetti scelti regolarmente tra gli atipici, fatti splendere col dono di un disegno sopraffino per intensità, per imprevedibilità, per espressività al servizio di soluzioni spiazzanti, geniali sul serio, in chiave narrativa come strutturale.

Non sapevi mai come evolvesse una graphic novel di Nazareno, che seguiva un mondo suo e te lo porgeva con quelle mani forti improvvisamente delicate come quelle di don Camillo quando colorava le statuine del presepe. Chi scrive quelle mani le ricorda, ricorda la stretta, ha nelle orecchie la voce, toscana, lucchese, gentile sempre, quell’affetto virile, da amico, di chi è abituato a prendersi cura di tutti. Chi scrive non può che ricordare, perché Nazareno quattro anni fa ha deciso che poteva bastare, è andato via, si è sparato un colpo con la pistola d’ordinanza e nessuno saprà perché. Doveva sposarsi, aveva una famiglia che l’adorava, aveva racconti animati da completare. Un colpo ha aperto un buco di vuoto che non si può risolvere.

Ci prova la famiglia, sapendo che è impossibile, ma ci prova, nel modo simbolico dei concorsi, dei premi alla memoria. “La storia, le storie, i colori”, già presentato lo scorso dicembre con una conferenza stampa, promosso dal Comune di Coreglia e dalla famiglia Giusti, offre una possibilità agli studenti dei licei artistici e degli istituti d’arte di tutta Italia: chi ritiene di poter ereditare il testimone di Nazareno, può proporre un suo lavoro, una storia distillata in poche pagine: sarà forse il tentativo di un giorno o, chissà, l’inizio di una carriera.

Lo si scoprirà a Lucca il 20 maggio in occasione delle selezioni e premiazioni in una giornata speciale, che unirà istituzioni locali, di Coreglia, territoriali di Lucca e di Toscana, bancarie, fino a La Lettura del Corriere, con cui Nazareno collaborava, e al Club dei ventitrécurato da Alberto, figlio di Giovannino Guareschi. Non è per i premi, da due a cinquecento euro per i primi tre vincitori, non è per la solennità o la ricaduta mediatica che Massimo, papà di Nazareno, ha fatto tutto questo. È la perennità, capite? È perché tutto quel talento, e quella bontà, e quel cuore, e quella lealtà non si disperdano, al contrario trovino albergo in altre anime.

Nazareno Giusti

C’era un ragazzo umano e strano come gli eroi che omaggiava. Uno sbirro liberale dalle mani forti, che a scriverne dopo 4 anni uno piange come quel giorno. Non dovevi fare così, Nazareno, avrai avuto le tue maledette ragioni ma dovevi saperlo che uno come te non si sostituisce, se lo perdi non lo ritrovi. Tu che eri più maturo di noi. Più saggio e più forte. Più ricco di talento e fantasia. Quella divisa che non è mai stata un mestiere, era una missione e uno può dire belle parole, da favola guareschiana, ma tu ci credevi, dannazione, e posso dirlo io se ci credevi. Ma basta. Adesso sei polline di poesia e si cerca chi raccolga il testimone, ma sappi, che sicuramente stai lassù e da così in sltot si ha un’altra visione delle cose di questo mondo strampalato e crudele, al quale bisogna strappare una stilla di commozione, e tu eri impagabile e sempre nuovo in questo, sappi che con un colpo solo hai ucciso tanti, e noi non smettiamo di cercarti nei tuoi disegni, di cercarti intontiti, stravolti come allora, quando abbiamo saputo senza capire. Forse ci vorrebbe una tua novella per capire, per trovare finalmente pace.

Max Del Papa, 12 maggio 2023