Lo sciopero per il clima? Un film già visto, contro l’Occidente

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Ma dove sta scritto che sia sempre bello quando i giovani manifestano? In base a quale criterio “anagrafico” o “estetico” o “psicologico” occorrerebbe entusiasmarsi “a prescindere”, cioè indipendentemente dalla ragione (buona, cattiva, ottima, pessima, sensata, insensata) di una mobilitazione?

Personalmente, trovo del tutto irragionevole e ipocrita l’entusiasmo con cui un pugno di direttori di quotidiani italiani (ma tra i più potenti) e il solito schieramento di editorialisti si sono affrettati – metaforicamente, per il momento – a farsi le treccine per meglio cantare le lodi della piccola Greta e della sua lagna ecologicamente corretta.

Fingendo di non vedere la forma: e cioè una campagna chiaramente eterodiretta, con il libro già pronto, un marketing scientificamente pianificato, e l’”uso politico” chiaramente in programma in vista della campagna per le europee.

E soprattutto fingendo di non vedere la sostanza: la solita colpevolizzazione dell’Occidente, del capitalismo, dell’industria, del nostro modello di vita. E la consueta rassegna di paure esagerate, di apocalittismi, di sciagure minacciate.

Il fenomeno – e il metodo – è ormai ben noto. Se aggredire il capitalismo liberale, il modello occidentale, i valori atlantici in modo immediato e diretto, prendendo il toro per le corna, è esercizio troppo rischioso per i volponi dei mainstream media, allora – dicono a se stessi – meglio cercare vie laterali, percorsi ammiccanti e suggestivi: il #metoo raccontato come difesa delle donne (ma in realtà costruito per veicolare una criminalizzazione del maschio in quanto tale), il neo-ecologismo presentato come naturale e lodevole attenzione al futuro e all’ambiente (ma in realtà cavallo di Troia di un’impostazione anti-sviluppo e anti-modernità), e perfino la giusta – anzi sacrosanta – condanna di un singolo terrorista suprematista bianco trasformata in un’occasione per autoflagellarci e rimuovere il ricordo della minaccia ben più consistente per la nostra civiltà (nel senso che ha l’obiettivo non di realizzare un singolo eccidio, ma di cancellarci del tutto), e cioè il terrore islamista.

Daniele Capezzone, 18 marzo 2019

 

 

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