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Lockdown e restrizioni ci hanno lasciato una “società laida”

Covid lockdown

Cari lettori e lettrici, oggi desidero lanciare una provocazione alla vostra cortese attenzione. Stiamo vivendo in una società laica o laida? La domanda prende vita dall’osservare la dilagante perdita delle sane relazioni umane a favore di un malato ed inaccettabile narcisismo sociale che più volte ho denunciato. Il crollo dell’interesse rispetto all’utilità dell’associazionismo umano e culturale è stato potenziato probabilmente dalle restrizioni imposte a causa dell’emergenza sanitaria. In particolare, l’isolamento forzato del lockdown combinato con la misura del distanziamento sociale, potrebbe aver aggravato l’insensibilità diffusa in molti cuori.

Molte domande nascono dinanzi alla crisi della nostra società moderna, una realtà in grado di offrire enormi opportunità grazie al progresso, ma vanificate da una “pigrizia popolare” ormai sempre più incline a sposare ideologie faziose, piuttosto che nobili ideali. La pandemia ha messo in luce tutte le lacune spirituali di una società che rivendica il laicismo come sottinteso di ateismo con tutte le conseguenze catastrofiche del caso, in primis su tutte, la paura della morte.

Badate bene, non è da sottovalutare questo punto. Il panico ed il terrore generalizzato dinanzi alla diffusione di un virus, seppur aggressivo e letale, non dovrebbe essere associato solo ad un meccanismo di autodifesa al sorgere di un pericolo, ma di una totale assenza di preparazione spirituale riguardo al tema della morte. La paura di morire e la rinuncia a qualsiasi libertà e diritti è un risultato del voler, con mezzi discutibili, proteggere o salvare solo il corpo biologico perché non si è in grado più di vedere le differenti parti invisibili della propria essenza che sono anima e spirito. A motivo di questa parziale visione della vita, passare dal “siam pronti alla morte” alla paura di morire, per molti italiani è bastato un attimo. Improvvisamente, nel 2020, gli italiani avevano realizzato una sorta di nuovo inno nazionale con un ossessivo ritornello: “restiamo a casa”.

Non dimentichiamo la brutalità verbale nei riguardi di chi osasse mettere in discussione determinate scelte politiche. Tuttavia, giornalisti, liberi pensatori ed attivisti, tutti in minoranza nel chiedere tutela sia della salute che delle libertà fondamentali, sono riusciti a far cessare un modello insostenibile per tutti. Quello che però mi colpì in senso catastrofico, fu l’accoglimento passivo da parte di numerosi cittadini di ogni restrizione delle libertà individuali senza considerare gli effetti collaterali. Si poneva la massima attenzione sulla parola “tutela della salute” e poi non si considerava con il lockdown il dramma del crollo economico e psicologico dei disoccupati o di chi non aveva risorse economiche sufficienti a sostenere i confinamenti dentro casa. L’obbligo della mascherina, generava comportamenti sociopatici di persone pronte a redarguire ogni volta che un cittadino provasse a respirare liberamente. Inoltre, sul piano strettamente simbolico, non si può ignorare quello che definisco personalmente “effetto clonazione”, nessuno aveva più un viso scoperto, tutti uguali indossavano “una maschera”. Ma, ancora oggi, come da sempre, nonostante non vi sia più l’obbligo d’indossare mascherine, molti esseri umani portano una “maschera invisibile” di una falsa rappresentazione dell’”io” pur di non mettersi in discussione e promuovere la meraviglia del “noi” nel costruire la bellezza della vita.

Non si valutava attentamente il contributo religioso e spirituale della Chiesa attraverso la Celebrazione della Santa Messa, considerata un altro pericolo e quindi costretta a Celebrarsi on-line senza possibilità di accesso al Sacramento dell’Eucaristia. Non si esaminava neanche la differenza tra preghiera privata in casa o quella invocata durante la Santa Messa. Per chi non lo sapesse, la diversità è abissale. Nel primo caso, il fedele nella sua cameretta si dona con slancio vitale a Dio con suppliche di protezione e benevolenza o richiesta di Grazia, ma durante la Santa Messa è il Figlio stesso di Dio che si sacrifica per la Salvezza di tutti noi. Nella Messa avviene la riattualizzazione mistica del Sacrificio di Cristo, dunque l’atto di Culto più grande e quindi l’occasione più opportuna per ricevere delle Grazie ed ogni tipo di protezione tramite la preghiera.

Ma tutto era centrato solo sulla salvezza del corpo fisico senza minimamente tenere in considerazione la salvezza dell’anima. Di fatto, era la conferma dell’ateismo che escludeva ogni possibilità d’intervento soprannaturale ed il rigetto delle eventuali manifestazioni miracolose, in quanto fenomeni non misurabili e sempre comprensibili e riconoscibili. Il distanziamento sociale ha influito su quelle necessità fondamentali affettive che si esprimono anche attraverso gli abbracci e le strette di mano o in tutte quelle azioni fisiche di scambio tra persone desiderose di tenerezza, amore e calore umano.

Non si considerava la libertà di scelta vaccinale come possibilità di rivendicare la sovranità del proprio essere e di voler accedere a cure diverse nel momento di bisogno. E tante altre questioni ed aspetti coinvolti nel promuovere il benessere, ignorando la stessa definizione di salute proposta dall’OMS intesa come “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”, definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”.

In tutto il mondo hanno avuto luogo proteste e scioperi contro le misure restrittive attuate dagli organismi governativi in seguito alla pandemia. I confinamenti per il Covid-19 hanno ispirato proteste in molti luoghi e, dalla fine del 2020, le modalità con cui sono avvenute le campagne vaccinali (come relativamente agli obblighi relativi alla certificazione verde) hanno causato altre proteste. Secondo Human Rights Watch, almeno 83 governi nel mondo hanno usato la pandemia come pretesto per violare l’esercizio della libertà di parola e di riunione pacifica, in diverse modalità, tra cui la repressione di proteste pacifiche.

Detto questo, è utile fare analisi su determinati comportamenti sociali che hanno generato delle reazioni non idonee ad affrontare una difficoltà così seria. È cruciale soffermarsi su quello che è accaduto, perché gli effetti di tali atteggiamenti tossici sul piano delle relazioni umane, sono espressioni di un malessere latente nella società che è fuoriuscito nell’occasione dell’emergenza sanitaria. Sulla base di questo principio, è primario lavorare sull’interiore di ogni individuo. Si può realizzare una comunità coesa anche nelle peggiori difficoltà soltanto partendo dalla buona volontà di tutti nel dedicarsi alla scoperta del vero senso della vita.

Per quanto riguarda le future emergenze sanitarie o di altra natura che potrebbero ripresentarsi, è fondamentale imparare dall’esperienza, producendo in maniera preventiva dei protocolli pronti a tutelare la salute che non è solo pubblica, ma anche privata, la libertà e i diritti al fine di evitare fratture gravissime sociali sul piano economico e la compromissione o distruzione dei rapporti umani. Ad esempio, oggi che si parla tanto di “tutela dell’ambiente”, stiamo nuovamente ignorando tutti i danni economici che potrebbero manifestarsi da scelte politiche fondate sulla cosiddetta ideologia green. Anche qui, si propone sempre una soluzione parziale, in quanto, seppur avallando l’importanza dell’agire a salvaguardia dell’ecosistema, è altrettanto precipuo difendere le risorse finanziarie dei cittadini. In questo contesto sociale pre-pandemico e post-pandemico, ma anche storico, propongo l’indispensabile analisi, sulla necessità di “spiritualizzare la società” per edificare un benessere diffuso per tutti e per ciascuno.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Esiste una profonda differenza sostanziale e di vitale importanza tra ateismo e laicismo, non solo sul piano personale ed individuale, ma soprattutto sul livello istituzionale. Lo Stato ateo si oppone in modo uguale a tutte le religioni. Pertanto, l’ateismo di Stato implica che il governo si opponga attivamente alla professione di ogni forma di religione, mentre il governo laico implica che il governo abbia un punto di vista neutrale sulle questioni religiose. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo: “ma qual è il problema? In Italia il laicismo garantisce la libertà religiosa”. Questo è vero, ma il dramma lo troviamo sul piano sociale.

Gran parte della popolazione in Italia, per quanto riguarda la religione cattolica, risulta assolutamente “scristianizzata” e spesso, coloro che si dichiarano “fedeli o cattolici” aderiscono formalmente a tale credo, ma non nella sostanza. Potremmo definirlo più formalismo religioso, o addirittura conformismo al mondo. Una società, senza nessun punto di riferimento spirituale, rischia di passare dall’essere laica a laida, per un motivo molto semplice. L’essere umano, ridotto a coltivare solo aspetti materiali della vita, perde di fatto la sua struttura multidimensionale e meravigliosa. L’uomo e la donna, infatti, come insegna il Vangelo, sono spirito, anima e corpo.

Il rifiuto della Dottrina Sociale della Chiesa ha promosso solo individualismo ed egoismo. Tolto l’esempio di Cristo come unico vero nuovo umanesimo, a quale progetto o modello alternativo bisogna rivolgersi? Intellettuali, politici e giornalisti di cosa parlano e cosa propongono? Gli argomenti quotidiani sono sempre divisivi e spesso violenti, non c’è mai una tregua, un punto universale come base di partenza per una società ideale.

L’ultimo “show” grottesco, presentato al grande pubblico, è l’attesa delle botte da orbi che dovranno darsi Musk e Zuckerberg che produrrà altro narcisismo e sopraffazione sociale. Da due persone di alto livello, mi aspettavo un confronto verbale nell'”Arena mediatica”, dove la conflittualità e la divergenza delle idee trovano spazio attraverso le parole. Quale messaggio stanno dando? La ragione la si ottiene facendo a botte? Non solo è ridicolo, ma è disgustoso. Anche la Chiesa è chiamata ad uscire da un certo “conformismo mainstream”, coinvolgendo i fedeli ed i laici nella progettazione di una rigenerazione dei rapporti umani. Come la Chiesa è chiamata ad insegnare la via spirituale all’essere umano, continuando con la linea tracciata sulla possibilità di aderire ad altre religioni liberamente. Gli scrittori, i liberi pensatori, i giornalisti, dovrebbero educare sul piano laico i cittadini a non sposare esclusivamente ideologie in modo fazioso, ma piuttosto, ad affinare la capacità razionale del discernimento, promuovendo istanze sociali e politiche innovative nel rispetto reciproco.

Carlo Toto, 19 agosto 2023