L’ultima trovata di Galli per tenerci in lockdown

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Il professor Massimo Galli, l’uomo che non leggeva i numeri, oggi ci si attacca con ostinazione per contrastare le possibili riaperture primaverili. Riaperture che, a mio sommesso parere, potrebbero evitare che la pentola a pressione del Paese esploda tutta d’un botto.

Ospite come al solito di Bianca Berlinguer su Rai3, una volta definita telekabul, il primario del Reparto Malattie infettive del Sacco di Milano ha dichiarato in merito alle riaperture: “È una decisione politica, non di scienza. Ci sono parecchie varianti e variabili. Si deve vaccinare molto e riaprire poco. Ci è arrivato il primo ministro inglese Boris Johnson a capire che i risultati ottenuti sono frutti di un lockdown duro e che con le riaperture ci sarà un rialzo inevitabile dei contagi. In Italia direi il 1° maggio no, il 2 giugno forse, speriamo, io sarei contento. Draghi lo ha detto: bisogna seguire i numeri e la realtà. I bisogni ci sono, ma non si affrontano aprendo e chiudendo, aprendo e chiudendo. La politica dovrebbe arrossire sulla Sardegna passata da bianca a rossa, è evidente che quel sistema non funziona”.

Ora, sorvoliamo sul caso Sardegna, la quale è passata rapidamente da zona bianca a zona rossa solo a causa di un folle algoritmo, pur registrando una situazione ospedaliera assolutamente stabile. Tuttavia per chi, come il nostro eroe ex-sessantottardo, i numeri li considera all’ingrosso, dando l’idea che tutti i positivi al Sars-Cov-2 rischino di morire, l’uscita da quest’incubo molto autoprodotto non ci sarà praticamente mai. Dato che Galli&company assumono il contagio come valore assoluto per imporci un regime orwelliano di restrizioni, in cui è consentito solo respirare, ma con la mascherina, il virus continuerà a circolare, così come avviene per gli altri coronavirus del raffreddore.

E laddove la sua circolazione non ha trovato molti degli inutili ostacoli realizzati in Italia, i quali sono solo serviti a distruggere buona parte della nostra economia, si contano meno danni. Tant’è che l’eretica Svezia – unico Paese europeo che vanta un Pil in crescita nel I trimestre del 2021 – lo scorso anno ha registrato un aumento nella mortalità generale del 7,7%. Mentre gli Stati che hanno adottato un lockdown duro, come Spagna, Belgio e Italia, hanno subito un incremento di decessi, rispettivamente, del 18,1%, 16,2% e 15,6%.

Numeri grandi, numeri importanti che non possono essere elusi in una analisi complessiva del fenomeno pandemico in atto. Ma dal momento che essi sembrano contraddire l’impostazione chiusurista dei tanti Galli che cantano, vengono semplicemente rimossi perché considerati numeri controrivoluzionari.

Claudio Romiti, 14 aprile 2021

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