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Ma i carabinieri “gretini” no!

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Uno dei birignao più insopportabili della sinistra è certa sciatta retorica anti-divise, quindi capirete il disagio di chi scrive. Ma qui siamo al ribaltamento assoluto, siamo al birignao che attecchisce dentro l’Arma dei Carabinieri. E non in qualche sottoufficio di provincia, ma direttamente al vertice, nella persona e nelle esternazioni di Teo Luzi, Comandante Generale da un paio di mesi. Che oggi tramite intervistona all’organo del birignao per eccellenza, Repubblica, ci recapita la seguente indicazione: “Dobbiamo imparare da Greta Thunberg”. Non (solo) noi come comunità nazionale, che già sarebbe assai opinabile (io, ad esempio, preferirei imparare da Boris Johnson, che sta vaccinando a tappeto e restituendo un futuro a un popolo e a un’economia). No, il generale intende proprio “noi” Carabinieri.

Arma contaminata dal gretismo

“Oggi anche i Carabinieri hanno una missione verde”. Intende una missione altra e superiore rispetto a quella di garantire l’applicazione della legge, anche ovviamente in caso di reati ambientali, intende una missione salvifica, “gretina” nel senso di dettata dall’ideologia dominante, l’ecocatastrofismo a ruota delle treccine e delle ossessioni di un’adolescente svedese, che gira il mondo sullo yacht di Pierre Casiraghi in lotta dura contro il mezzo grado Celsius in più? Più leggiamo, peggio ci sentiamo. “Abbiamo il compito di reprimere i reati di chi deturpa l’ambiente, ma anche di educare le nuove generazioni”.

No scusi generale, un momento. Un’Arma che è allo stesso tempo una forza militare e di pubblica sicurezza ha il compito di “educare” i cittadini? Nella cornice di una democrazia liberale? Capiamo che il concetto sia fuori moda, nell’era dell’amputazione dei diritti individuali basilari e del lockdown eretto a idolo terreno, ma le apparenza andrebbero salvate. In un Paese che vagamente soddisfi i canoni con cui questo oggetto anomalo, la democrazia liberale, è stato pensato in Occidente, i militari e/o le forze di polizia tutelano la sicurezza interna ed esterna, ripristinano l’imperio della legge, perseguono chi calpesta il patto sociale. Si occupano delle libertà fisiche violate, e si tengono ben alla larga dal pensiero, dalla libertà intellettuale, che è zona franca, o non è.

È un’infatuazione generazionale, quella di Luzi per “i ragazzi come Greta”: “A me piace definirli i nuovi ecologisti. Sono in grado di comprendere la fragilità del nostro ecosistema e trasformarla in buone pratiche. Il punto chiave è proprio quello della consapevolezza: abbiamo smesso di tener conto dell’armonia del pianeta, considerandoci i padroni della Terra”. Vasto programma, diceva un altro generale, Charles De Gaulle. Forse perfino troppo, rispetto alle esigenze impellenti per esempio di contrasto alla criminalità, che in certe regioni d’Italia pare più radicata della media, diciamo, e che tra l’altro sta orribilmente speculando sulla sofferenza di famiglie e imprese generata dalla serrata a oltranza.

“Carabinieri della diversità”

Se il Comandante dei Carabinieri, per cui in quanto tale vige il rispetto, si avventura nella filosofia generica, si può anche fare filosofia opposta, gli si può far notare che la civiltà è iniziata proprio quando l’uomo ha iniziato a prendere delle contromisure rispetto all’“armonia” naturale, la quale è anche armonia nella distruzione e nell’indifferenza, lo spiegava ad esempio un tal Giacomo Leopardi, che certo non era un influencer al livello di Greta, però due idee di fila le sapeva mettere.

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