Politica

La sfida in Regione

Medici no vax, terremoto in Lombardia: Letizia Moratti si dimette

L’assessore e vicepresidente lombardo: “Non c’è più fiducia con Fontana”. Il nodo della corsa alla presidenza

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La notizia era nell’aria. Correva voce della possibilità che Letizia Moratti, assessore alla sanità e vicepresidente della Lombardia, tentasse la corsa contro il governatore Attilio Fontana per la guida della Regione più ricca d’Italia. Ipotesi congelata in vista delle elezioni e poi della formazione del governo, che hanno visto l’ex ministro dei governi Berlusconi in lizza per un dicastero. Moratti però è rimasta fuori, sia dai ruoli di governo che di quelli di sottogoverno, e la norma sul reintegro dei medici no vax in ospedale pare sia stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’assessore stamattina si è dimesso considerando estinto “il rapporto di fiducia” con Fontana.

Non può essere tutto ricondotto alla questioni dei no vax, ovviamente. Moratti critica le “lentezze” e le “difficoltà nell’azione” dell’Amministrazione Fontana che “a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi”. Però l’ex sindaco di Milano sottolinea anche i “provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia”. Moratti da un lato rivendica “la linea da me stabilita” di seguire “il parere degli esperti della Cabina di Regia lombarda” sull’obbligo di mascherine in ospedali e Rsa” (anche se va detto che il governo ha prorogato l’obbligo). “Dall’altro – continua in una nota – registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini. Si tratta di tre esempi, emblematici di una diversa impostazione politica in questo ambito”.

Moratti era arrivata alla guida della Salute lombarda dopo le dimissioni di Giulio Gallera, finito nel tritacarne mediatico nei primi mesi di pandemia. “Se oggi il Paese è in sicurezza per quanto riguarda il Covid, – dice l’ex sindaco – lo dobbiamo senza alcun dubbio all’adesione massiccia alla campagna vaccinale dei mesi scorsi”. Un “successo” che, a suo parere, “viene messo in discussione da provvedimenti che non condivido”.

Va detto che anche Roberto Burioni ritiene che le decisioni assunte da Orazio Schillaci abbiano una “logica scientifica”: il vaccino ormai non copre più molto bene dalla diffusione dei virus, dunque i medici non vaccinati al più possono essere un pericolo per loro stessi ma non per i pazienti (o almeno, non più dei sanitari vaccinati). Dunque è possibile che la polemica sui medici non vaccinati sia solo il pretesto per una rottura già ampiamente nell’aria. Moratti assicura “un ordinato passaggio di consegne”, ma ora l’attenzione è tutta rivolta alle sue scelte politiche (e a quelle di Forza Italia): sceglierà di correre per la Presidenza della Regione contro Attilio Fontana? E con il sostegno di quale partito? Non è un mistero che a Roma gli azzurri di Berlusconi abbiano incassato meno di quanto sperato. E uno sgambetto in Lombardia alla Lega e a Fratelli d’Italia potrebbe suonare come una rivincita. Con il rischio, però, di consegnare la Regione alla sinistra.

Immediata è poi arrivata la risposta del governatore. “I dubbi che avevo espresso sul posizionamento politico di Letizia Moratti erano fondati – dice Fontata – È chiaro che guarda verso sinistra e non da oggi”. Le prime aperture verso l’ex assessore sono già arrivate da Calenda e dal Terzo Polo, mentre Beppe Sala si mostra al momento freddo ma aperto. Per rispondere allo smacco delle dimissioni anticipate, ma soprattutto delle dure critiche contenute nella nota della Moratti, Fontana ha già deciso di sostituirla a tempi record: “Procediamo immediatamente alla nomina di un assessore al welfare che si occupi esclusivamente dei bisogni dei cittadini, senza distrazioni politiche, a partire dagli interventi sulle liste di attesa”, ha detto il governatore. La scelta è ricaduta su Guido Bertolaso, “protagonista della campagna vaccinale in Lombardia e profondo conoscitore della macchina operativa della sanità lombarda”.

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