Politica

Caos migranti

Meloni ammette il flop sui migranti. Ma non è tutta colpa sua

Il premier ha ammesso le difficoltà sul lato migranti: “Abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo di vedere”

Meloni migranti

Ad un anno dall’insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, è arrivato il primo bilancio da parte del Presidente del Consiglio. Un’Italia, a detta della premier, più “stabile, credibile ed ascoltata”, che ha trovato il suo più grande risultato sicuramente a livello internazionale. Sin da subito, infatti, la numero uno di Fratelli d’Italia ha ribadito forte e chiaro il tratto atlantista e filo-americano del suo esecutivo, fino ad arrivare – secondo un sondaggio pubblicato dall’americana Morning Consult – a guadagnarsi lo scettro di capo di governo più apprezzato in Europa.

Migranti, l’ammissione di Meloni

Risultati concreti, appunto, che si sono visti anche sotto il profilo interno. Per esempio, sulla questione del taglio radicale al reddito di cittadinanza, e ribadendo poi il buco da 140 miliardi di euro creato dal Superbonus. Rimane però il gigantesco interrogativo sulla gestione migratoria. E questa volta è la stessa Giorgia Meloni ad ammettere il flop: “Speravo meglio sull’immigrazione. Abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo di vedere. E’ un problema molto complesso, ma sono certa che ne verremo a capo. Ma questo tema merita una seconda fase”.

Se sull’allarme Superbonus, come ben detto dalla leader di governo, i dati “parlano chiaro”; pure sull’emergenza sbarchi si può dire altrettanto. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Viminale, gli arrivi nel 2023 sono stati quasi 133mila, contro i 69mila del 2022 e addirittura i 43mila di due anni fa. Una situazione senza controllo, che ha posto Lampedusa in una condizione di vero e proprio collasso, denotata chiaramente del numero record di 13 sbarchi in un’ora di pochi giorni fa.

Le responsabilità dell’Ue

Sì, sotto questo profilo, l’esecutivo di centrodestra ha fallito fino ad ora. Non poco lontane erano le promesse da campagna elettorale per un freno definitivo all’immigrazione clandestina, auspicando pure l’opzione più radicale del blocco navale. In questi primi 12 mesi, non si è visto nulla di tutto ciò, poste però le numerose ostilità trovate in sede comunitaria.

Per approfondire:

Da qui, già dopo due mesi dall’insediamento di Meloni a Palazzo Chigi, l’Italia sfiorò una crisi diplomatica con la Francia proprio sul tema immigrazione, per poi riportare nuove freddure con le parole del ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, il quale dichiarò come Roma fosse “incapace” nel gestire gli sbarchi. Ancora, negli ultimi giorni, Parigi ha deciso di rafforzare il controllo a Ventimiglia, seguita poi dalla Germania, che non accoglierà alcun rifugiato se l’Italia non si atterrà alle norme del Patto di Dublino.

Insomma, come già successo negli esecutivi precedenti, Roma è rimasta sola. E questa volta non è servito neanche l’affondo contro Berlino del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando ricordava come le disposizioni di Dublino fossero ormai “preistoria”. Insomma, sono sicuramente evidenti le promesse tradite da parte del centrodestra italiano, ma riconoscendone pure un’ostilità europea che da sempre si è scagliata contro il nostro Paese. Il tutto sotto il falso assunto della tanto celebrata “solidarietà europea”. Proprio ora, dovrebbe applicarsi il mito tanto sbandierato da Bruxelles, ma Parigi e Berlino hanno deciso di levare i remi. Per l’ennesima volta.

Matteo Milanesi, 23 settembre 2023

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