Politiche green

Disastro auto elettriche: le stime che certificano il fallimento

Frena la crescita delle auto alla spina in Europa: ecco i numeri del Global Automotive Outlook di AlixPartners

auto elettriche flop dat © alexsl e gremlin tramite Canva.com

È un periodaccio per i fanatici della religione green. Le brutte notizie si susseguono e l’ultima novità riguarda le auto elettriche, emblema dell’integralismo del mondo verde. Il mercato è fermo, una brusca frenata che ha costretto i principali attori a rivedere le strategie e gli investimenti. Addio ai piani ambiziosi, ad oggi aumentano solo le immatricolazioni di vetture a benzina e diesel. Secondo quanto emerge dall’aggiornamento infra-annuale del Global Automotive Outlook di AlixPartners, la domanda di auto alla spina aumenta con tassi inferiori alle attese.

I numeri parlano chiaro: nel 2024 il mercato globale dell’auto dovrebbe recuperare i volumi pre-Covid soprattutto per merito della Cina. Ma in Europa le auto elettriche sono in grossa difficoltà: la crescita della quota sulle vendite si è appiattita nei principali mercati ed è difficile immaginare un’inversione del trend a stretto giro di posta. Il minimo aumento si registra solo in Germania, dove si è passati dal 17 al 18% tra il 2022 e l’anno scorso.

Come evidenziato dal Sole 24 Ore, la brusca frenata è lapalissiana nel Regno Unito (crescita zero tra il 2022 e il 2023), in Francia e persino in Scandinavia. L’Italia, invece? Crescita zero: dal 2021 l’incidenza delle auto alla spina sulle nuove immatricolazioni si attesta ancora al 4 per cento. Le grandi prospettive dei paladini del green sono state smentite dai fatti.

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La situazione è molto diversa in Cina, dove la crescita è impressionante: dal 73% al 97% tra il 2019 e il 2024. Le differenze con l’Europa sono visibili ad occhio nudo. Dario Duse, Emea co-leader dell’Automotive & Industrial team e Country Leader Italia di AlixPartners, ha evidenziato che “tutti i grandi costruttori hanno una gamma elettrificata disponibile, ed è previsto che ulteriori 616 miliardi di dollari saranno investiti entro il 2027, ma al contempo l’industria ha assunto un atteggiamento attendista in ragione di una domanda di Bev debole, ancora legata agli incentivi, e una prospettiva incerta sulla effettiva tenuta della regolamentazione che impone lo stop ai motori termici dal 2035” nell’Ue.

Come anticipato, i grandi piani dei produttori sono stati messi in stand-by. Il crollo di Tesla ha fatto rumore, così come la produzione limitata del brand Volkswagen  sulla linea ID nel corso del 2023 in alcuni siti produttivi. I tagli preoccupano in tutto il settore. Per quanto riguarda l’Italia, la transizione elettrica porrebbe un rischio per i componentisti italiani di 7 miliardi di perdita di valore al 2030 e 40mila posti di lavoro in potenziale esubero. Per Fabrizio Mercurio, director Automotive della società di consulenza globale, queste perturbazioni potrebbero gravare pesantemente sulla filiera in cui “già il 30% delle aziende è in una condizione di stress finanziario”. Le brutte notizie fioccano, la strada da percorrere è una sola: quella del buonsenso, con buona pace di ideologia ed estremismi.

Massimo Balsamo, 26 aprile 2024

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