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Meloni incalza la Lega, Salvini vede Cassese: soluzione vicina?

Nuovo colpo di scena nella corsa al Quirinale. Trapela una visita di Salvini a casa di Sabino Cassese

cassese salvini meloni

Secondo colpo di scena. O forse il terzo. Nella noia delle schede bianche dentro Montecitorio, è fuori dall’Aula che si gioca la partita. Ieri la conferenza stampa “a sorpresa” del centrodestra con cui ha annunciato una rosa di nomi (già sfiorita). Poi la scelta di Fratelli d’Italia di votare Guido Crosetto al posto della scheda bianca, come invece fatto dal resto degli alleati. E ora il colpo di coda di Salvini: mentre si discute se domani portare in Aula il nome di Elisabetta Alberti Casellati, e tentare di eleggerla senza un accordo preventivo con il centrosinistra, il leader della Lega sarebbe andato a casa di Sabino Cassese ai Parioli.

Vero? Falso? A riferirlo è il Foglio, che già da qualche ora aveva annunciato un “grande colpo” giornalistico. Ex ministro della Funzione Pubblica nel governo Ciampi, già giudice della Corte Costituzionale, grande fustigatore dei Dpcm contiani in era Covid, Cassese attualmente è anche editorialista del Foglio. Dunque è difficile immaginare che il quotidiano diretto da Claudio Cerasa possa essersi inventato alcunché. E questo anche se fonti ufficiali della Lega fanno sapere che non ci sarebbe stato “nessun incontro tra il senatore Matteo Salvini e il giurista Sabino Cassese”.

“La soluzione può essere vicina”, aveva detto in serata Salvini. Questa “soluzione” si chiama Cassese? Vedremo. Intanto Giorgia Meloni ha chiesto all’alleato di andare domani in Aula con uno dei nomi della “rosa” allargata, cioè scegliere uno tra Moratti, Pera, Nordio e, in subordine, Casellati. Dal M5S e dal Pd invece arrivano due indicazioni: i dem hanno invitato Salvini a non andare al muro contro muro sul nome di Casellati (un tweet durissimo di Letta prometteva, in caso, la caduta del governo). Mentre dai grillini – che la Casellati potrebbero anche votarla – è arrivata un’indicazione più sul metodo che nel merito: “Lei è la seconda carica dello Stato – ha detto Conte – non va strumentalizzata”. Quindi no alla prova di forza del centrodestra, ma il nome della presidente del Senato è ancora sul tavolo.

Occorre anche far notare che proprio oggi – è solo un caso? – il giurista Cassese ha rilasciato un’intervista a La Stampa facendo notare come difficilmente un Parlamento così frammentato potrà eleggere un presidente. Potrebbe risolvere lui l’impasse? Sempre che non rispunti l’ipotesi, mai tramontata, di Casini o Draghi.

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