Il 16 aprile 2025, una donna di 32 anni è stata rapita e violentata per cinque giorni in un palazzo abbandonato nel centro di Mestre, l’ex edificio Telecom di via Carducci. La vittima è riuscita a scappare approfittando di un momento di distrazione dell’aggressore, un uomo di 32 anni di nazionalità tunisina. La sua richiesta di aiuto, completamente nuda, ha attirato l’attenzione di passanti e commercianti, che hanno immediatamente chiamato le forze dell’ordine. La donna è stata portata in ospedale, dove i medici hanno confermato le violenze.
Il responsabile, irregolare sul territorio italiano e senza fissa dimora, è stato fermato dalla polizia e trasferito in carcere con l’accusa di violenza sessuale. Gli investigatori stanno verificando se l’uomo abbia agito da solo o con la complicità di altre persone, esaminando le immagini delle videocamere di sorveglianza poste nella zona.
L’edificio abbandonato, scenario del crimine
L’ex palazzo della Telecom, inutilizzato da oltre dieci anni, è spesso stato teatro di occupazioni abusive da parte di tossicodipendenti e senzatetto. Nonostante ripetuti interventi delle forze dell’ordine per sgomberare la struttura e murarne gli accessi, il luogo è rimasto un punto critico per la sicurezza di Mestre. In passato, si è discusso di vari progetti per riqualificarlo, come la trasformazione in hotel, studentato o aule universitarie, ma nessuno di loro è stato concretizzato. Questo ha permesso che il palazzo continuasse a essere usato come riparo da persone senza una sistemazione fissa.
Il precedente
Solo cinque giorni prima, il 10 aprile 2025, sempre a Mestre, una bambina di 11 anni è stata violentata nell’androne del palazzo in cui vive. L’aggressore, Massimiliano Mulas, 45 anni di origini sarde, è stato arrestato in flagranza di reato grazie alle testimonianze e alle prove raccolte, tra cui immagini di sorveglianza e il portafoglio che ha perso mentre fuggiva dal luogo del crimine. L’uomo è attualmente detenuto presso il carcere di Gorizia, in un’area riservata per reati sessuali.
Mulas è un recidivo con numerosi precedenti per reati sessuali, incluso lo stupro di due studentesse nel 2006 e altri casi che coinvolgono minori. Nonostante ciò, dal 2021 era in libertà senza alcuna misura di sicurezza a suo carico. Le autorità stanno indagando sui suoi spostamenti a Mestre e fuori, cercando di individuare eventuali ulteriori reati commessi.
Indagini in corso e dettagli emergenti
Entrambi gli episodi di violenza hanno acceso un intenso lavoro investigativo. Nel caso della donna di 32 anni, la polizia cerca di accertare la presenza di eventuali complici all’interno dell’edificio abbandonato. Nel caso di Mulas, gli inquirenti stanno analizzando le registrazioni video per capire come abbia pianificato l’assalto alla bambina e i suoi movimenti subito dopo. Si studiano persino i suoi profili social, dove potrebbero emergere altri dettagli inquietanti.
A Mestre, gli episodi di violenza sessuale in pochi giorni hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza in città, soprattutto in aree considerate da tempo critiche come l’ex palazzo Telecom. La vicenda rientra in un contesto più ampio di criminalità, che ora pone ulteriori pressioni sulle autorità locali e regionali per affrontare il degrado urbano e prevenire situazioni simili in futuro.
Le parole di Zaia
Questi episodi hanno suscitato sdegno nella comunità veneta, con dichiarazioni da parte di politici e istituzioni. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha espresso solidarietà alle vittime e chiesto un’applicazione più severa delle leggi per i responsabili di crimini così gravi. “Ancora l’orrore di una brutale violenza a una donna, questa volta a Mestre, con una segregazione di cinque giorni. Questo bollettino criminale è ormai quasi quotidiano, ma esorto tutta la comunità civile a non assuefarsi a tali notizie, e a fare sempre più squadra per tentare in tutti i modi di prevenire o impedire un delitto collaborando in ogni modo, anche segnalando situazioni sospette alle Forze dell’Ordine, che in tante occasioni, come in questa, intervengono tempestivamente e riescono ad arrestare il delinquente”, ha detto il presidente della Regione Veneto. “Ringrazio per il civismo gli avventori di un vicino bar che hanno immediatamente dato l’allarme sentendo le grida della donna e le Forze dell’ordine che sono riuscite a intervenire in tempo per bloccare il violentatore, per il quale, lui come tutti gli altri che si macchiano di tali orrori, chiedo la massima durezza nell’applicazione delle leggi”.
Articolo in aggiornamento
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).