Politica

Emergenza immigrazione

Migranti e confini: il sondaggio che spaventa la sinistra

Su immigrazione e controllo delle frontiere la linea degli italiani è chiara. E c’è una sorpresa tra gli elettori del Pd

© shironosov e VallarieE tramite Canva.com

Il fenomeno migratorio è di nuovo al centro del dibattito pubblico. Secondo un recente sondaggio condotto da Demos per La Repubblica, l’immigrazione torna ad essere il principale motivo di preoccupazione per i cittadini italiani dopo tre anni in cui è il tema migratorio è stato eclissato da altre emergenze (il Covid prima, il conflitto russo-ucraino poi).

I numeri del sondaggio

Il 45 per cento degli intervistati considera i clandestini “un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone”. Si tratta della quota più alta dal 2007, quando la percentuale arrivò a sfiorare il 51 per cento – all’indomani dell’efferato omicidio di Giovanna Reggiani, moglie di un capitano di vascello della Marina militare che è stata barbaramente violentata e uccisa da un nomade a Tor di Quinto, nella periferia nord della Capitale.

Gli editoriali di Repubblica attribuiranno i crescenti timori alla “torsione autoritaria” in atto nel Paese. Ma non esiste nessuna “onda di estrema destra”, “deriva neofascista” o “paura dell’uomo nero”: piuttosto, gli italiani auspicano delle politiche law and order in grado di ristabilire la sicurezza nelle strade e nelle piazze. Desiderano poter circolare liberamente, senza rischi per la propria incolumità o per quella dei propri cari. Il caso che ha più scosso i cittadini è stato l’uccisione di Iris Setti, la donna di 61 anni picchiata a morte in un parco di Rovereto da un immigrato irregolare lo scorso 6 agosto.

Un gap generazionale

Dall’indagine emerge un dettaglio non trascurabile. Nella seconda parte del sondaggio il campione viene suddiviso in cinque fasce anagrafiche (18-29 anni, 30-44 anni, 45-54 anni, 55-64 anni, 65 anni e oltre). Due le frasi proposte: “I confini dell’Italia andrebbero maggiormente controllati” vs “L’Italia dovrebbe aprirsi maggiormente al mondo”. Assistiamo in questo caso ad un parziale gap tra la generazione Z e i più maturi.

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I giovani (18-29 anni) si confermano maggiormente “aperturisti” (42 per cento contro 58 per cento); un probabile riverbero della propaganda rossa che gli adolescenti sorbiscono ogni giorno tra le mura scolastiche e universitarie. Esito rovesciato per gli adulti dai 30 ai 44 anni (65 per cento contro 34 per cento), dai 45 ai 54 anni (70 per cento contro 27 per cento) e dai 55 ai 64 anni (i più ostili ai flussi migratori, 71 per cento contro 71 per cento). Lievissimo riequilibrio per gli over 65 (66 per cento contro 30 per cento).

Le opinioni per partito

L’opinione sui migranti cambia considerevolmente in base alle preferenze politiche. La distanza tra conservatori e progressisti risulta siderale, ma sono presenti anche piccoli segmenti in controtendenza. Basti pensare che il 32 per cento degli elettori del Pd è favorevole alla chiusura delle frontiere. Scelgono la via del rigore, com’è naturale, i simpatizzanti del centrodestra (con forzisti e meloniani più intransigenti rispetto ai leghisti: in media l’80 per cento si esprime contro). I pentastellati si collocano a metà strada tra l’area Schlein e i partiti di governo, ma con una prevalenza di pareri contrari all’accoglienza indiscriminata (54 per cento i contrari, 44 per cento i favorevoli). Ad ogni modo, il risultato del sondaggio è incontestabile: gli italiani chiedono un giro di vite sull’immigrazione.

Lorenzo Cianti, 30 settembre 2023

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