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“Muschio Selvaggio è di Luis Sal”. Ma Fedez contrattacca

Fedez 2 © StudioPeace tramite Canva.com

Fedez, altra batosta. Nel giro di pochi giorni, dopo la separazione dalla moglie, adesso dovrà difendere con le unghie e con i denti anche il suo podcast, quel “Muschio Selvaggio” che tante soddisfazioni sembrava dargli. Il Tribunale civile di Milano ha infatti accolto il ricorso di Luis Sal e disposto il sequestro giudiziario del 50% delle quote della società che edita il programma radiofonico in onda su Youtube.

La decisione del tribunale

Il verdetto vede Luis Sal uscire vittorioso contro Fedez, è vero, ma si tratta di una battaglia, non della guerra. Secondo quanto comunicato dall’ufficio stampa dello youtuber, la giudice Amina Simonetti ha accolto, il 23 febbraio, la richiesta di sequestro giudiziario delle quote societarie detenute dal rapper nella società “Muschio Selvaggio s.r.l.”. La toga le ha affidate all’avvocato Michele Centonze affinché possa “con equilibrio esercitare poteri di controllo sulla gestione ed esprimere il voto in assemblea”. Ma perché si è arrivati a questo punto?

La fine della collaborazione

Il podcast nasce nel 2019 e nel 2022 Luis Sal e Fedez siglano un accordo per creare la società che edita il format radiofonico. Ognuno detiene il 50% delle quote e gli amministratori sono il papà dello youtuber e la mamma del rapper. Inizialmente, Fedez e Luis Sal collaborano attivamente ma con il passare del tempo i rapporti incrinano, culminando in una frattura aperta tra il gennaio e il febbraio del 2023 quando Luis Sal smette di partecipare al podcast. In un video, diventato famoso, lo youtuber si era difeso dalle accuse di Fedez, relative a presunti danni all’immagine e alla funzionalità del podcast, con una dichiarazione che ancora oggi è oggetto di “meme” sui social: “Fede, io non voglio giocare: dillo alla mamma, dillo alll’avvocato“.

La clausola della roulette russa

La lite si è quindi spostata dai social ai tribunali. A suon di carte bollate. Al cuore del conflitto legale c’è la cosiddetta clausola “roulette russa“, una disposizione statutaria (presente nel contratto tra i due) pensata per risolvere situazioni di stallo decisionale tra soci. Fedez infatti a novembre 2023 ha presentato un’offerta a Luis Sal per acquistare le sue quote per 250mila euro, offerta poi aumentata a dicembre a 350mila euro. Entrambi gli assegni sono stati rifiutati. Ed è qui che si inserisce la “roulette”. La clausola conferiva infatti a Luis Sal tre opzioni di fronte alla proposta di acquisto: accettare, rilanciare oppure rifiutare (come ha fatto). A questo punto, secondo lo statuto, lo youtuber avrebbe il diritto di acquistare a sua volta la parte societaria del rivale allo stesso prezzo che gli era stato presentato. Quindi a 350mila euro.

Se fino ad oggi Fedez aveva tutto l’interesse a “sostenere la miglior conduzione dell’attività di impresa per non svalutare il podcast”, ragiona il giudice, adesso, “la prospettiva risulta di fatto differente in quanto” all’orizzonte c’è la prospettiva “di dover trasferire la sua quota”. Da qui, la decisione del giudice di affidare le quote del rapper a un tutore.

La sentenza

Benché per la toga vi sia una “ragionevole fondatezza” nelle pretese di Luis Sal, al momento siamo ancora solo al primo round. “Il provvedimento del Tribunale di Milano non ha ‘decretato’ ancora nulla: non c’è stata alcuna esautorazione di Fedez dalla gestione di Muschio Selvaggio”, fa sapere infatti l’entourage del rapper all’Adnkronos. “Contrariamente a quanto affermato nella nota, il Tribunale di Milano non ha ‘decretato’ che le quote appartenenti a Doom debbano essere vendute alla società di Sal”. L’ordinanza emessa è di natura cautelare e prevede solo la nomina di un custode per le quote di Fedez. Il dibattimento deve ancora iniziare. “Il giudice ha stabilito – fanno sapere dalla Doom – sulla base di una valutazione ancora sommaria, propria della fase cautelare, che il custode gestirà le quote nell’interesse della società Muschio Selvaggio s.r.l. e non nell’interesse della società di Luis Sal, come richiesto dallo stesso nel suo ricorso”.