Niente lockdown, 11 morti: il segreto di Taiwan

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di Carlo Toto

Mentre in Italia continua la strategia e la glorificazione delle restrizioni, Taiwan sconfigge il Covid-19 senza nessun lockdown. Dall’inizio della pandemia, a Taiwan sono morte di Covid-19 appena 11 persone, risultato impressionante per una nazione che non ha mai adottato il lockdown.

Strategia vincente

Un nuovo studio pubblicato nel Journal of the American Medical Association ha esaminato più a fondo proprio i motivi della riuscita di Taiwan nello sconfiggere il Covid-19. Gli autori, che provengono da vari istituti sanitari e ospedalieri di Taiwan e degli Usa, hanno messo a confronto e stimato l’efficacia di due tipi di politiche anti Covid adottate nei mesi iniziali della pandemia: misure basate sui casi e sulla popolazione. Le misure basate sui casi comprendono rilevamento tramite test delle persone contagiate, isolamento dei casi positivi, contact tracing e quarantena di 14 giorni. Le misure basate sulla popolazione includono politiche di adozione delle mascherine, dell’igiene personale e del distanziamento sociale.

Gli effetti di queste politiche sono stai quantificati stimando il numero di riproduzione effettivo (R). Il numero R è uno strumento di valutazione della capacità di diffusione di una malattia infettiva e rappresenta il numero medio di persone a cui una persona infetta trasmetterà un virus. R maggiore di 1 significa che il virus continuerà a diffondersi e che le epidemie proseguiranno. R minore di 1 vuol dire che la quantità di casi inizierà a diminuire. Mentre studi precedenti in altre nazioni hanno simulato scenari ipotetici, questo studio mette insieme la modellazione della trasmissione con dati reali dettagliati per stimare l’efficacia. Gli autori hanno raccolto dati forniti dai Centers for Disease Control taiwanesi riguardanti 158 casi verificatisi tra il 10 gennaio e il 1° giugno 2020, e tutti i casi sono stati confermati dai test molecolari.

I dati riguardavano casi acquisiti localmente, cluster confermati e casi importati di persone arrivate a Taiwan prima del 21 marzo 2020. Hanno quindi paragonato i risultati ottenuti a Taiwan con un R stimato di 2,5, che si basava sul numero equivalente stimato nella vicina Cina all’inizio della sua epidemia di Covid-19. Lo studio ha scoperto che le sole politiche basate sui casi, come contact tracing e quarantena, potevano ridurre R da 2,5 a 1,53, con un contributo maggiore da parte della quarantena. Sostanzialmente, gli interventi basati sui casi non potevano impedire la trasmissione da una persona all’altra, ma potevano ridurre l’ulteriore trasmissione dai casi secondari a una terza e quarta persona, a condizione che i contatti restassero in quarantena. Le politiche basate sulla popolazione, come distanziamento sociale e mascherine, invece, riducevano R da 2,5 a 1,3.

Lockdown inefficace

Gli autori concludevano che è stata la combinazione di politiche basate sui casi e quelle basate sulla popolazione, insieme a un’adesione diffusa, a portare al successo di Taiwan nel contenere il Covid. L’unione dei due approcci ha portato a un R stimato, usando i due metodi diversi, a 0,82 e di appena 0,62. Questo studio oltre a spiegare le dinamiche strategiche per il contenimento dei contagi, rafforza l’idea che il lockdown resta un metodo poco efficace, estremo e dannoso per l’economia interna e le libertà personali. In Italia la linea del massimo rigore ha stancato molte persone, in particolare i lavoratori ed i liberi pensatori.

Le “riaperture” previste per il 26 aprile in realtà presentano nuove restrizioni sotto altre forme, come ad esempio l’introduzione del “pass sanitario” o “carta verde”, inoltre, resta il coprifuoco che penalizza le attività di bar, ristorazione e piacere personale di vivere un po’ di movida. Dopo un anno attendiamo una risposta alla solita domanda: quando si tornerà alla normalità?

Secondo noi, solo quando si accetterà con buon senso la logica nozione che ad ogni nascita subentra una morte. L’umanità ha sempre ottenuto grandi risultati camminando insieme e non distanziata e nonostante le numerose difficoltà, le malattie e la morte, nel corso della storia ha sempre scelto di vivere la vita in libertà con tutti i rischi del caso.

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