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“No alla sicurezza di destra”. Ma il sindacato di polizia risponde al Pd

La lettera di Giuseppe Tiani (Segretario Generale del Siap) a Matteo Orfini sulla “ossessione securitaria”

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Egregio On. Matteo Orfini,

lei in una dichiarazione ripresa dall’agenzia stampa nove colonne, il 31 ottobre ha auspicato che il Pd di cui è stato presidente nell’era della segreteria Renzi, si liberi dall’ossessione securitaria, invocando la possibilità che la declinazione del tema sicurezza sia affrontato “in modo meno subalterno alle destre”, oltre ad aver evidenziato le contraddizioni politiche in riferimento ai decreti sicurezza varati dal dicastero Salvini nel governo Conte I, e sopravvissuti nel Conte II,  puntualizzando che mezzo Pd non ha inteso modificare alcune delle norme varate da Salvini. Inoltre ha sottolineato che trattasi dello stesso Conte che oggi fa il rivoluzionario, questo il senso delle sue affermazioni.

Ciò posto, mi preme evidenziarle che il tema sicurezza interessa ed è molto sentito dai cittadini e dalla filiera commerciale, del turismo e delle imprese, proprio per le ricadute che la qualità e l’efficienza delle politiche della sicurezza hanno sulla qualità della vita delle persone e delle nostre città, perché favorisce lo sviluppo dell’impresa paese e delle economie dei territori, specie quelli più depressi, ma sicurezza e ordine pubblico e la loro gestione sono sempre oggetto di aspro confronto nel dibattito pubblico e motivo di disagio della popolazione. La sicurezza e un bene di tutti, va interpretata con spirito di servizio di una diversa o rigenerata filosofia culturale della politica specie quella di sinistra, se si vuole interpretare con autenticità, l’idea dell’interesse pubblico del Paese che, in tema di sicurezza pubblica è sigillata in chiave democratica nella legge 121/81 attraverso l’esclusività e centralità della funzione esercitata e affidata ad un corpo di Polizia ad ordinamento civile e non militare, cosi come le Autorità di Pubblica Sicurezza, Nazionale, Provinciale e Locale, che si sforzano, tra mille difficoltà di applicare la legge. Così come altre istituzioni che ben altra considerazione hanno quando applicano la legge, specie dagli esponenti della cultura politica di cui lei è un rappresentante. 

Poi in tema di ordine pubblico la informo, che la polizia e i poliziotti prima di qualsiasi intervento ove è possibile l’uso della forza, si sforza con ogni mezzo e il buon senso di cercare sempre il dialogo con i manifestanti qualsiasi estrazione politica o nazionalità abbiano. Considerato che la Polizia  rende alla collettività, attraverso il mantenimento dell’ordine pubblico, un servizio che si rivela come l’indicatore della qualità democratica del Paese e della sensibilità civile del suo sistema politico di governo, funzione in cui risiede l’essenza stessa della nostra democrazia, che pretende il giusto contemperamento di libertà e legalità, cioè il diritto di manifestare liberamente il proprio dissenso nel rispetto delle libertà consacrate nel testo costituzionale.

Ma ahimè da tempo siamo in una fase della nostra storia, ove il vuoto culturale e ideologico ha svuotato di contenuto e valore molte cose, inaridendo l’idea della rappresentanza politica, in mancanza di una nuova e rinnovata identità culturale, alcuni partiti come nel caso del Pd e di tutti coloro i quali si sentono gli eredi della sinistra “storica” stanno vivendo la crisi più profonda della loro storia politica, avendo perso il mordente e la funzione originaria, la capacità di rappresentanza e proposta, così come la mediazione con le diverse componenti del corpo sociale, compresi i lavoratori in uniforme dei comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico.

I poliziotti non sono e non possono essere considerati un corpo estraneo della società per una vostra riserva o retrograda cultura ideologica, non le sfuggirà che il suo partito sul piano politico e sociale li ha marginalizzati con comportamenti settari e autoreferenziali come tutti i gruppi di potere asfittici, che si autoproclamano o si sentono élite illuminata. La crisi della sinistra e del sistema politico è la crisi del paese, che ha bisogno di crescere e rinnovarsi, emancipazione e libertà non possono essere malintesi vessilli di alcune questioni meritevoli di soluzioni ma non possono essere esclusive o mono tematiche sul piano delle priorità politiche. Voi non avete mai voluto considerare il tema sicurezza come vostro, tranne casi eccezionali e individuali tra gli esponenti del vostro partito, ma sul piano politico lo avete sempre respinto non considerandolo vostro, come se il tempo immutabile si fosse fermato alla polizia di Scelba e dei moti bracciantili repressi con la forza da polizia e carabinieri nel meridione d’Italia.

In estrema sintesi, la miopia elitaria del suo partito ha consegnato alle destre le politiche della sicurezza e di conseguenza le simpatie di tutti i cittadini e degli operatori che ne hanno subito i disagi, alcuni dei quali sono figli di tolleranze ideologiche superate dalla storia e svincolate dalla realtà, tanto che molti dei cittadini da sempre a sinistra non vi votano più.

On. Orfini, la sicurezza pubblica è un bene di valore costituzionale poiché declina tutela e libertà. “Tutela” come scudo della libertà e “Libertà” come fondamento di ogni possibile sicurezza. Si tratta di un equilibrio non facile da realizzare, il tema interessa aspetti di rilievo costituzionale,  per cui naturalmente entrano in gioco, filosofie e pulsioni ideologiche diverse, ma  la democrazia deve essere la sintesi delle opzioni competitive, entrambe esigenti, ma entrambe da comporre in una visione unitaria che si fondi sulla centralità non negoziabile, del valore della vita e delle libertà di ogni essere umano su ogni altra istanza.

Giuseppe Tiani Segretario Generale del Siap (sindacato italiano appartenenti polizia)

Tutto ciò non può vedersi solo predicato ma va tradotto in un progetto di governo e in strategie di formazione e promozione professionale per l’evoluzione e il consolidamento dei valori civili delle forze di polizia, che vanno considerate non come costo o corpo estraneo alla vostra cultura ma come risorsa di un pilastro costituzionale dello spirito pubblico del Paese.

Mi permetto di evidenziarle, aspetto che non sfugge a nessuno, che il tema sicurezza entra nell’agenda degli esponenti del Pd solo dopo, che per la prima volta nella storia della Repubblica la destra e al Governo, certo non mi sfugge che l’argomento è un utile clava per la lotta politica, specie in questa fase. Le rammento che il segretario Letta non una sola volta ha citato il tema nella campagna elettorale, e nel corso della sua fallimentare segreteria si è interrotto bruscamente il dialogo tra il partito e gli esponenti del personale del comparto sicurezza, evidentemente per alcuni la legalità in questo paese ha due pesi e due misure, assecondo di chi è preposto ad esercitarla, salvaguardarla o applicarla.

Nel congedarmi, colgo l’occasione per invitarla a leggere le conclusioni, dell’indagine conoscitiva “sullo stato della sicurezza in Italia, sugli indirizzi della politica della sicurezza dei cittadini e sull’organizzazione e il funzionamento delle Forze di Polizia” della prima commissione affari costituzionali della camera dei deputati presieduta dall’on. Luciano Violante che la volle, nella XV° Legislatura. In sintesi ho enunciato alcune delle ragioni per cui abbiamo scelto di avere un sindacato dei poliziotti, libero, forte, indipendente e confederale, ampiamente integrato con il mondo del lavoro, che sia anche baluardo contro tutti coloro che attentano alla libertà dei cittadini e dello Stato, non solo uno strumento di tutela dei lavoratori di polizia, ma sentinella delle nostre libertà,  per una società di persone libere che vivono in pace. 

Giuseppe Tiani
Segretario Generale del Siap (sindacato italiano appartenenti polizia) 15.000 iscritti e tra i primi tre sindacati del comparto sicurezza per le qualifiche da agente a commissario capo. Primo sindacato della polizia di stato e del comparto sicurezza nel tavolo negoziale per le qualifiche da V.Questore Aggiunto a Dirigente Generale di PS