Sport

Il calcio femminile nella bufera

No, quel bacio “mondiale” non è una violenza

Bufera sul presidente della Federcalcio spagnola: il bacio tra Luis Rubiales e Jenni Hermoso. Ma lei lo ha accettato

Rubiales bacio al mondiale femminile © Dmytro Aksonov tramite Canva.com

Ci si chiede cosa sia questo woke, se una ideologia di intolleranti nel nome della tolleranza o semplicemente un coacervo incontrollato di deliri inventati da squilibrati, fanatici o semplicemente opportunisti. Certo la casistica è quotidiana e ogni giorno più esorbitante, ogni giorno qualcosa o qualcuno che fa dubitare di essere ancora nel consorzio umano, di quelli bene o male provvisti di ragione, di senso della misura. L’ultima allucinazione corre in Spagna, dove il presidente della federazione calcistica Luis Ribiales bacia una giocatrice durante la premiazione dei vittoriosi Mondiali femminili: scoppia un cafarnao di ringhi, di muggiti via social, il solito puttanaio sul niente, ma con una cifra di pazzia in più.

In due parole, è la stessa “vittima” a ridimensionare, a riderci sopra, a dire che “è stato un gesto reciproco del tutto spontaneo per la gioia immensa che dà vincere un Mondiale. Io e il presidente abbiamo un ottimo rapporto, il suo comportamento con tutti noi è stato ottimo e quello è stato un naturale gesto di affetto e gratitudine”. Il banale buon senso che chiunque dovrebbe dire in questi casi dai 4 anni in più. Ma si arriva al parossismo per cui “la preda” non sente di essere stata abusata con tutti che le dicono, no, tu hai subito violenza, tu devi sentirti male. E non è negoziabile, non è discutibile, è l’imperativo categorico del woke che esalta la percezione insensata o truffaldina ma ne traccia i confini, si fa medico e giudice, psicologo e boia.

Tu “devi” sentirti violentata, perché così abbiamo deciso. Chi lo ha deciso? Per esempio il ministro, la ministra, fate vobis, Irene Montero che è una delle esagitate del femminismo woke, una del Podemos del nuovo vecchio comunismo rivoluzionario, eccola qua come svalvola: “Non diamo per scontato che il bacio senza consenso sia qualcosa ‘che accade’. È una forma di violenza sessuale che le donne subiscono quotidianamente e fino ad ora invisibile”. È una catasta di eunciati senza connesssione logica, come le carcasse di automobili impilate dagli sfasciacarrozze, una accozzaglia che di per sé non trova significato, che mette insieme è un costrutto senza costrutto. “Non diamo per scontato”, ma è lei che dà per scontato tutto, che in nome della sua personale allucinazione traccia una teoretica filosofica a dimensione universale, una episteme autoritaria ma priva di riscontri, logici come fattuali. Il bacio senza consenso come stupro quotidiano?

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Con Montero altri che seguono la corrente, il ministro dello Sport, un eurodeputato che chiede “punizioni decise”, a quanto è dato capire di natura corporale: forse l’evirazione, forse la sedia elettrica. Poi uno va a vedere e ricorda che questa Irene Montero, “ministro dell’Uguaglianza”, uguaglianza marxista, in Spagna è autrice di una riforma che fa scarcerare i pedofili, che gliela fa passare franca: ha detto l’avvocato di uno condannato per abuso di minori: “Il miglior difensore del mio assistito si chiama Irene Montero ed è ministra dell’Uguaglianza”. Come funziona lo ha spiegato la testata cattolica Tempi: “[una riforma] secondo la quale «il consenso prestato da persone di età superiore ai sedici anni non costituisce reato (salvo che detto consenso sia prestato con violenza, intimidazione o abuso di posizione di superiorità o di vulnerabilità della vittima, cosa che non è avvenuta)».

La morale della favola è la seguente: un bacio stampato è presunzione di stupro senza prova contraria, nemmeno da chi lo ha ricevuto; un abuso pedofilo va interpretato, e alla fine si diluisce nel perdonismo. Tempi cita a sua volta el Mundo: “[Montero] ha svuotato il reato di abuso sessuale senza considerare tutte le conseguenze che ne potevano derivare”. Che è precisamente il modo di gestire il potere, insomma di fare politica, della sinistra comunista di ispirazione woke. Da parte sua, il presidente Federcalcio davanti al plotone di esecuzione ha farfugliato scuse stralunate, più scioccato che consapevole: “Non avevo capito, starò più attento”. Come sempre il posto, la conservazione del posto vale più della dignità ma qui non c’è da stare più attenti, un bacio non è la violenza di gruppo dei sette infami di Palermo anche se le Montero con tutti gli esagitati a contorno sosterranno sempre il contrario. Fatto sta che puoi erigere cattedrali sulla percezione ma le categorie, le distinzioni esistono, restano e l’innesto di nuovi attori sociali in contesti tradizionali chiede tempi lunghi di assimilazione.

L’enfasi sul calcio femminile piace a Infantino, piace alla Fifa perché apre nuovi spazi commerciali, nuovi affari televisivi e pubblicitari sotto l’egida del pluralismo politicamente corretto, ma i rituali del calcio sono maschili e lo sono i baci e le effusioni sbrigative e vagamente tribali: anche i rudi terzini e i centravanti spigolosi dopo un gol si sbaciucchiano senza ritegno. Luis Ribiales non è saltato addosso a una donna nel bel mezzo di una cerimonia, ha reagito come avrebbe fatto con un atleta uomo, a prescindere dal sesso, in un esubero di complicità e di esaltazione. Si arriverà a capire che una giocatrice non è un giocatore, che può essere ricevuta, celebrata secondo sfumature più adeguate, ma, nel frattempo, non sarebbe male se tutti si dessero una calmata. Ma ha senso aspettarsi raziocinio da un mondo che lo ha completamente perso?

Max Del Papa, 22 agosto 2023