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Nucleare e Quirinale: dialoghi in Paradiso

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“Questa volta a Draghi girano proprio gli atomi!”, strepita Cossiga in Paradiso alla guida del suo bel sidecar militare super accessoriato. E Andreotti, felice per il suo archivio alla Fondazione Sturzo, replica: “Chissà che gli è preso stamattina…”. Il ‘picconatore’ gli si pianta davanti: “Finiscila di catalogare anche qui i menu. Hai sentito che casino stanno facendo laggiù sul nucleare, dopo le dichiarazioni del ministro della Transizione Ecologica Cingolani?”

A.: “Se metti un ministro tecnico poi devi fargli seguire tutte le nuove diavolerie tecnologiche…”

C.: “Mattarella e Draghi sono stati dei volpini a spacciarlo per grillino e ora i 5 Stelle si devono ingoiare pure il nucleare. Con ‘Giuseppi’, come chiamano Conte al DIS, che di fusione fredda capisce solo quella con il PD”.

A.: “Uno che sbaglia perfino il nome della sua candidata a Milano e confonde l’Atac con l’Ama… sarà stanco, poveretto”.

C.: “Ma tu, quando ti sei occupato di energia?”

A.: “Il primo a spiegarmi l’importanza delle energie alternative fu De Gasperi. Nel 1946, resosi conto della mancanza di carbone, firmò col Belgio un accordo”.

C.: “Certo che De Gasperi ce lo infili sempre”.

A.: “La gratitudine non è il sentimento della vigilia”.  C.: “Ma lascia stare Alcide, di nucleare da quando?”.

A.: “Dal 1966. Ero a Washington come ministro della Difesa, con McNamara. Arrivò un telegramma di Moro che mi spostava all’Industria”.

C.: “Che nostalgia per quei rimpasti che garantivano stabilità”.

A.: “E mi interessai subito del CNEN -Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare- guidato da un grande scienziato come Franco Ippolito”.

C.: “Da Enrico Fermi a Majorana a Rubbia, e oggi questo Stefano Buono, che con il suo Lead Fast Reactor (Lfr) utilizza il piombo come refrigerante al posto dell’acqua”.

A.: “Magnifica tradizione di fisici nucleari. Hai fatto bene a lasciar fuori Zichichi. L’ho aiutato poi si è dissolto come una molecola”.

C.: “Appunto, quando si diceva della gratitudine…”.

Intanto, lemme lemme arriva tenendo stretto il suo corno rosso Giovanni Leone: “Voi discorrute di Ippolito, ma l’agg’ difes sul io…c’aggio mis’ a faccia. L’hann infamato d’aver fatt’accumpagna’ a mugliera c’autista e l’hann accis…”

A.: “Una campagna denigratoria iniziata da Saragat, Corriere della Sera e Sole 24 Ore, allora di proprietà della Edison di Valerio, e dai petrolieri …”.

Irrompe Saragat, ammesso in Paradiso dopo un lungo Purgatorio, con un fiaschetto di Barbera in mano: “Scempiaggini! La nascita dell’Enel si deve a me e al primo governo di centrosinistra di questo Paese!”.

C.: “Vi racconto bene io, visto che almeno qui non ci sono i trojan che hanno fottuto ‘tonno Palamara’. Lo smantellamento del nucleare italiano è stata la conseguenza di una vera azione di controspionaggio a favore della Francia”.

A.: “Ci mancava solo questa! Dai, sentiamo…”.

C.: “La sinistra extraparlamentare, armata e ambientalista, assieme ad una parte dei nostri Servizi organizzò una grande campagna per favorire la cessione alla Francia del nostro nucleare, con tutta l’impiantistica collegata.”

A.: “In cambio di cosa?”.

C.: “Della benevolenza degli apparati francesi verso i brigatisti rossi scappati sotto la cappella di Mitterrand. Per poi continuare anche adesso a fare affari con il traffico internazionale delle scorie”.

A.: “Manca solo la massoneria in questo intrigo”.

C.: “Lascia perdere, che dopo il mio amico Armandino Corona non conta più niente in Italia”.

A.: “Io lo dico da sempre”.

C.: “Pensa che il Gran Maestro Bisi ha convocato 5 mila maestri in teleconferenza per dettare le regole d’ingresso con green pass per la gran Loggia di ottobre a Rimini”.

A.: “Bastava una circolare”.

C.: “Giulio, c’è whatsapp oggi!”.

Sempre in sella al suo triciclo e con la tavolozza dei colori arriva Fanfani: “Parlate sempre di complotti e mai di economia”.

C.: “Sentiamo il Professore di storia delle Dottrine Economiche”.

F.: “Intanto io ho fatto la rete elettrica nazionale e questi tra Tim, OF e CDP non riescono a fare  quella telefonica”.

C.: “Mica ti vorrai equiparare a quello spilungone di Colao che pensa solo al suo Bisio di Vodafone, entrambi ben visti soprattutto a Thames House a Londra, sede delle gloriose barbe finte del MI5…”

F.: “Il tuo solito gossip. Torniamo alle cose serie. Questa finta transizione ecologica a tappe forzate alla fine metterà in crisi il sistema industriale europeo perché la riduzione della CO2 sarà solo a carico delle nostre aziende. Una bischerata”.

A.: “Da popolano romano, la traduzione è che Cina e India, che se ne fregano dell’ambiente, ce la metteranno in quel posto”.

F.: “Non abbiamo più neppure una cattedra universitaria di fisica nucleare, noi che, con Fermi e  i ragazzi di Panisperna siamo tra i padri della materia”.

C.: “E siamo circondati da centrali nucleari ai nostri confini”.

A.: “Scaroni ci ha ricordato in un’intervista che nel mondo sono in funzione 436 centrali nucleari e 53 in costruzione”.

C.: “Bravo il milanista, amico di Draghi, piuttosto chissà che farà Super Mario dopo queste reazioni sul nucleare”.

A.: “Quello che fa sempre da quando l’ho messo dg del Tesoro. Se ne infischia dei partiti e delle scaramucce e se ne va in Francia a chiudere gli esperimenti atomici con Macron”.

C.: “Si prepara al Quirinale”.

A.: “Certo che sì. Sta già pensando come tranquillizzare i peones che non scioglie il Parlamento”.

C.: “Certo, sarebbe come delegittimato se li mandasse tutti a casa. Con lui al Colle si va dritto verso una Repubblica presidenziale de facto, senza alcuna riforma”.

A questo punto giunge San Pietro adirato: “Basta, ora vi metto con i Santi del silenzio, così non chiacchierate!”. E tutti subito a pregare il Regina Coeli.

Luigi Bisignani, Il Tempo 12 settembre 2021

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