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Il nuovo virus

Nuovo virus in Cina: 35 contagi, cosa sappiamo

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Per ora, per fortuna, la notizia occupa solo i tagli bassi dei quotidiani online più importanti. I motivi sono due: primo, si tratta di un virus che gli studiosi analizzano dal “lontano” 2018, non un agente patogeno sorto quasi dal nulla come Sars-CoV-2. Secondo: dei casi sin qui accertati nelle province di Shandong e Henan, nessuno è morto. Dunque, calma e gesso. Però uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha rivelato che un virus sino ad ora sconosciuto avrebbe infettato 35 persone in Cina negli ultimi cinque anni.

Il suo nome è Langya virus (LayV) e fa parte del genere henipavirus. A questa famiglia ne appartengono due particolarmente pericolosi, come Hendra (HeV) e Nipah (NiV), i quali normalmente si trovano nei pipistrelli ma che possono anche infettare gli esseri umani. Si tratta di virus del livello di biosicurezza 4, dunque con tassi di mortalità tra il 30% e il 75%. Molto più del coronavirus che ha stravolto le nostre vite, ma anche molto meno infettivo. Peraltro, dai dati sin qui emersi pare che il Langya non abbia la stessa letalità dei due “cugini” e non sia neppure parimenti aggressivo. Dunque, calma e gesso.

Secondo quanto scrivono i ricercatori, nei 35 casi accertati il sintomo comune era la febbre. La metà dei malati poi mostrava anche tosse, stanchezza, dolori muscolari e globuli bianchi bassi. Mentre solo un terzo presentava nausea, mal di testa, vomito e alterazioni della funzionalità epatica. Nessuno dei 26 casi arrivati in ospedale con il solo virus come patologia, tuttavia, è morto. Zero decessi. Inoltre il tracciamento dei contatti non ha fatto registrare contagi collegati agli infetti: per i ricercatori, dunque, “l’infezione nella popolazione umana potrebbe essere sporadica”. Quindi, calma e gesso. Non vorremo mica ricominciare con la tiritera del terrore stile covid, no?

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