Cronaca

Omicidio Cecchettin, “da Turetta non ci fu crudeltà”: cosa dicono i giudici

Le motivazioni della condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giulia: “Non accettava la sua autonomia”

Filippo Turetta accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin © Ton Photographer 4289 tramite Canva.com

Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo il 3 dicembre 2024 per l’omicidio di Giulia Cecchettin, sua ex fidanzata. I giudici della Corte d’Assise di Venezia hanno definito il delitto “premeditato”, durato circa 20 minuti l’11 novembre 2023. Turetta ha colpito la vittima con 75 coltellate dopo un litigio, quando Giulia ha rifiutato un peluche regalatole dall’uomo.

L’esclusione dell’aggravante

Nelle motivazioni pubblicate l’8 aprile 2025, i giudici hanno escluso l’aggravante della crudeltà. “Il numero di coltellate non indica la volontà di infliggere sofferenze aggiuntive”, si legge. I magistrati hanno spiegato che i colpi ravvicinati e rapidi mostrano “inesperienza e inabilità” piuttosto che crudeltà deliberata. Non sarebbe insomma dimostrabile, oltre ogni ragionevole dubbio, che Turetta volesse “infliggere alla vittima sofferenze gratuite e aggiuntive”, e “non è a tal fine valorizzabile, di per sé, il numero di coltellate inferte”. Secondo le toghe, “Turetta non aveva la competenza e l’esperienza per infliggere alla vittima colpi più efficaci, idonei a provocare la morte della ragazza in modo più rapido e ‘pulito’, così ha continuato a colpire con furiosa furiosa e non mirata ripetizione dei colpi fino a quando si è reso conto che ‘Giulia non c’era più’”. Insomma, non era “un modo per crudelmente infierire o per fare scempio della vittima”, ma “conseguenza della inesperienza e della inabilità” dell’assassino.

La dinamica dell’omicidio

L’aggressione è avvenuta in tre fasi: prima nel parcheggio di Vigonovo, poi durante il tragitto verso Fossò e infine nella zona industriale. Giulia ha avuto il tempo di percepire l’imminente morte. Dopo l’omicidio, Turetta ha nascosto il corpo vicino al lago di Barcis ed è fuggito in Germania, dove è stato arrestato dopo sette giorni.

I motivi del femminicidio

I giudici hanno scritto che Turetta ha agito per “arcaica sopraffazione”, incapace di accettare l’autonomia di Giulia. “Non tollerava le sue scelte di vita, nemmeno le più banali”, si legge nelle motivazioni. Come riportato nell’articolo precedente, il ragazzo aveva mostrato un comportamento possessivo già prima del delitto.

Le azioni dopo l’omicidio

Turetta ha dimostrato “lucidità e razionalità” dopo il delitto: ha spento i cellulari, cambiato vestiti e cancellato i dati dal telefono. I giudici hanno sottolineato che non ha collaborato con le indagini, ammettendo solo i fatti già dimostrati dalle prove.