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“Operazione El Rais”: 3mila clandestini. Il blitz smantella il business dei migranti

Raffica di arresti della polizia nel traffico di immigrati: l’organizzazione operava tra Turchia, Egitto e Italia. Il bottino? Oltre 30 milioni di euro

Operazione migranti

La Polizia di Stato ha recentemente portato a termine un’operazione di vasta portata che ha messo a segno un colpo decisivo contro il traffico illegale di migranti, frantumando una rete criminale che operava un lucroso traffico di esseri umani estendendosi dall’Egitto alla Turchia e alla Grecia, con ramificazioni che si insinuavano anche sul territorio italiano. Il successo di questa operazione è il frutto di un’intensa collaborazione tra varie forze di polizia su scala internazionale, inclusi Interpol e Europol, dimostrando ancora una volta l’importanza cruciale del lavoro di squadra nel contrasto alla criminalità organizzata transnazionale.

Le indagini hanno preso il via nel maggio 2022, in seguito alla cattura di tre soggetti sospettati di essere gli skipper incaricati del trasporto dei migranti attraverso il Mediterraneo. L’indagine ha portato all’individuazione e all’arresto di altri 15 egiziani, accusati di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani e all’immigrazione clandestina. L’elemento distintivo di questa operazione è stata l’accusa di transnazionalità, che sottolinea la vastità e la complessità della rete criminale smantellata.

Il leader dell’organizzazione, anch’egli di nazionalità egiziana, era precedentemente fuggito in Turchia per evitare l’arresto emesso dalla sua nazione di origine per la medesima tipologia di reati e per cui era stato condannato a 10 anni di carcere. Da Istanbul, ha continuato a dirigere le operazioni di traffico, avvalendosi anche della collaborazione di membri della propria famiglia. Le forze dell’ordine sono riuscite a localizzarlo e arrestarlo grazie a un’accurata analisi delle rotte migratorie utilizzate dall’organizzazione e all’intercettazione delle comunicazioni tra i suoi membri.

L’organizzazione criminale aveva messo a punto un sistema altamente sofisticato per il traffico di migranti, che prevedeva il reclutamento di skipper professionisti, quasi tutti egiziani, e la gestione logistica dei migranti in Turchia, in attesa di trasferirli verso le coste greche e italiane. Utilizzando imbarcazioni a vela di medie dimensioni, spesso sovraccariche di persone, i migranti venivano esposti a viaggi estremamente pericolosi, costretti a pagare fino a 10.000 dollari a testa per una traversata che poteva durare anche una settimana. “È stato possibile accertare – fa sapere la polizia – che il lungo e pericoloso viaggio, avente principalmente inizio dalle aree costiere delle città turche di Bodrum, Izmir e Marmaris, poteva durare anche una settimana e spesso vedeva la presenza a bordo di decine di persone – tra cui donne e bambini – stipate in maniera tale da rendere ancora più difficoltosa e pericolosa la navigazione dato l’elevato numero di persone trasportate in rapporto alle dimensioni del natante”.

Si stima che dal 2021 l’organizzazione abbia facilitato l’ingresso clandestino in Italia di almeno 3.000 persone, generando introiti per circa 30 milioni di dollari. Questi numeri non solo evidenziano l’immensa portata dell’operazione ma anche l’enorme profitto generato da queste attività criminali sulle spalle dei più disperati.

La polizia oggi ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip di Catania, richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, che ha disposto la custodia cautelare in carcere di 15 soggetti egiziani indiziati a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti e del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso, con l’aggravante della transnazionalità. “Gli arresti, effettuati simultaneamente in diverse nazioni grazie alla stretta sinergia e collaborazione tra la Polizia di Stato e le forze di polizia turche, albanesi, omanite e tedesche, hanno portato anche alla cattura di alcuni stretti collaboratori del capo del sodalizio i quali, oltre ad essersi occupati in prima persona della conduzione delle imbarcazioni giunte in Italia, hanno poi continuato a collaborare l’organizzazione gestendo direttamente dal paese in cui si sono stabiliti – Italia e Germania nel caso di specie – il reclutamento di ulteriori skipper da utilizzare per le successive traversate illegali”.

Articolo in aggiornamento

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