Orsini choc: “Noi civiltà sanguinaria”. L’Occidente si odia. Perché?

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orsini israele

Ho seguito con molto interesse la puntata di Stasera Italia del 7 novembre, soprattutto per ciò che concerne lo spettro di un radicato anti-occidentalismo endemico il quale, prima con la guerra in Ucraina e poi con il conflitto in Medio Oriente, nelle nostre società del benessere ha ripreso grande forza. Si tratta di un diffuso sentimento che, a mio avviso, si è paradossalmente ingigantito a dismisura proprio nei decenni, successivi alla Seconda guerra mondiale, in cui lo stesso benessere materiale ha raggiunto livelli ineguagliati, trasmettendosi a tutte le fasce della popolazione.

Pertanto, sebbene l’argomento sia molto complesso e impossibile da esaurire nel breve spazio di un articolo, tuttavia non si può non cogliere un nesso causale tra quest’ultimo fattore, ossia dal generale affrancamento dalla penuria che interessato la società occidentale, e l’aumento di ciò che potremmo definire come ribellismo politico e sociale, sotto le più disparate forme e declinazioni.

In estrema sintesi, si potrebbe sostenere che gli esponenti più in vista di questa sorta di magma culturale, sono degnamente rappresentati dai tanti, cosiddetti radical chic che, rigorosamente anti-establishment, imperversano nei vari talk televisivi, come gli anti-tutto di Alessandro Di Battista e di Alessandro Orsini. Ebbene, secondo chi scrive, è su questa base culturale che si innestano antichi filoni ostili alle democrazie occidentali e al sistema capitalistico.

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Tant’è che in Italia, malgrado molta acqua sia passata sotto i ponti dell’Arno, tali pulsioni ribelliste di stampo giovanilista – che molti personaggi coi capelli grigi non riescono proprio ad abbandonare – si legano ai retaggi, ancora presenti nell’immaginario collettivo, della martellante propaganda del ventennio fascista, contro i due Paesi che, all’epoca, rappresentavano l’avanguardia delle democrazie liberale: gli Stati uniti e la perfida Albione, alias Regno Unito. Molto interessante, a tale proposito, la riflessione di Massimo Teodori pubblicata su Huffingtonpost.it a seguito dell’invasione russa dell’Ucrania.

Scrive, tra le altre cose, l’ex segretario del Partito radicale: “Il populismo e sovranismo con simpatie per l’uomo forte (Putin, Orban, Trump) che detesta le complessità e articolazioni necessarie all’assetto liberale hanno conquistato gli antichi “partigiani della pace” (vedi Anpi!), i pacifisti che volevano per l’Italia un assetto ‘neutrale’ come gli esponenti della sinistra Dc e del socialismo frontista e, insieme a loro, i tradizionalisti religiosi che impugnano in Europa (come nell’America di Bannon) la spada moralista anti-LGBT non per gli aspetti faziosi ma per quelli tolleranti della società aperta. Questo conglomerato di destra, sinistra e clerico-tradizionalismo attrae in questi giorni anche più di un quarto, un quinto degli italiani. È quello che in buona parte – molte volte motivato da semplice protesta contro l’Occidente benestante – ha rimpolpato il Movimento Cinque Stelle oltre che alcuni settori della Lega che, congiuntamente, sono esplosi nelle elezioni del 2018.

Oggi, forse non è più così in termini elettorali. Ma la pulsione anti-Nato, il perenne sospetto del complotto americano, la simpatia palese o nascosta per Putin che ha permesso all’inizio del Covid una missione della Russia che non era difficile individuare come “operazione molto speciale”, danno la misura di quanto sia difficile il percorso della solidarietà democratica e occidentale.” Una solidarietà democratica e occidentale, vorrei sottolineare in conclusione, rappresenta quasi un peccato capitale per i nostri opulenti signorini soddisfatti, spesso ben retribuiti coi quattrini del contribuente, ribellisti in servizio attivo permanente.

Tant’è che si segnala in questi giorni un video del succitato Orsini, per la cronaca direttore a Tor Vergata del Centro studi del terrorismo, in cui questo genio, commentando l’attacco israeliano a Gaza, ha definito testualmente “l’Occidente una civiltà feroce, una civiltà sanguinaria e violentissima”. Una civiltà che però, contrariamente ad altri luoghi “idilliaci” del pianeta, consente persino a Orsini di esprimere a ruota libera, addirittura guadagnandoci sopra, i propri deliri ancestrali.

Claudio Romiti, 8 novembre 2023

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