Politica

Pacifisti in piazza, che vergogna sfruttare i bambini

Lo scorso sabato nella nostra città c’è stato corteo pacifista che aveva tra gli slogan “Stop all’invio di armi”. Nello stesso giorno nelle principali città italiane si svolgevano manifestazioni di sostegno e solidarietà nei confronti del popolo ucraino. Non è proprio la stessa cosa. Tra gli organizzatori della manifestazione c’era, in prima fila, l’Anpi del lodigiano che rappresenta i partigiani italiani che, grazie a Dio, nella Seconda guerra mondiale presero le armi e, a costo della loro stessa vita, contribuirono a liberarci dalla dittatura nazifascista e per fare ciò ricevettero anche un massiccio aiuto di armi e denaro dei tanto vituperati angloamericani. Non andavano certo in giro a passeggiare di sabato mattina con i fiori in mano o con cartelli chiedendo la pace, ma si schierarono chiaramente e concretamente contro dittatori violenti e sanguinari come Hitler e Mussolini.

Purtroppo, come spesso accade, nella manifestazione c’erano anche bambini, evidentemente portati a scendere in piazza dalle loro maestre e venendo così strumentalizzati da una manifestazione DI PARTE. Lo scrivo maiuscolo, volutamente, perché trovo scandaloso l’utilizzo di bambini per prendere posizioni politiche, del tutto legittime ma che, in quanto tali, non rappresentano tutti. Ad esempio, io non sono a favore dello stop dell’invio delle armi ma, anzi, ringrazio tutti i giorni di vivere in un paese libero che contribuisce militarmente e finanziariamente al sostegno della resistenza ucraina. Ringrazio tutti i giorni i lungimiranti nostri statisti del dopoguerra che decisero di schierare l’Italia dalla parte della Nato, organizzazione grazie alla quale esiste ancora oggi uno stato ucraino. Sono orgoglioso di avere come nostro concittadino Lorenzo Guerini, che quando era sindaco contrastai vigorosamente per due mandati di consigliere di opposizione, ma che è stato uno dei migliori ministri della Difesa che l’Italia abbia mai avuto, per il suo tempestivo e costante schieramento dalla parte dell’Occidente, nonostante segmenti del suo partito, anche a livello locale, abbiano posizioni ben distanti dalle sue.

Ci sono momenti nella storia in cui si è moralmente in dovere di intervenire nei confronti dei più deboli e aggrediti e senza l’aiuto militare occidentale l’Ucraina, per come la conosciamo noi, forse non esisterebbe più. Io non so cosa farei se fossi nato ucraino e vivessi in quel paese ma in quel caso vorrei tanto avere il coraggio che hanno dimostrato al mondo gli uomini e le donne ucraine che hanno imbracciato le armi per difendere la propria patria, le proprie città, le proprie infrastrutture, le proprie proprietà e le proprie famiglie. Se avessi un figlio gli insegnerei che alla violenza perpetrata bisogna ribellarsi concretamente e/o aiutare chi lo fa, altrimenti si rischia di fare il gioco dell’aggressore. E prima o poi qualche maestro nelle scuole questo discorso lo dovrà pur fare.

La questione, alla fine, è molto semplice. Siamo d’accordo che nella vicenda russo/ucraina ci sia un aggressore e un aggredito? Siamo d’accordo che il diritto internazionale prevede l’inviolabilità dei confini degli Stati? Siamo d’accordo che la democrazia (e quella ucraina, pur imperfetta, lo è) è un valore? Siamo d’accordo che i regimi autocratici, o democrature (e quella russa indubitabilmente lo è) sono pericolosi per il loro popolo e per le relazioni internazionali, soprattutto se hanno rivendicazioni espansionistiche? Siamo d’accordo che esiste il diritto di difendersi militarmente quando si è aggrediti? Siamo d’accordo che quando c’è una persona o un popolo aggredite c’è il dovere morale di intervenire per difenderle? Siamo d’accordo che il pericolo per l’Europa è la Russia e non l’Ucraina? Siamo d’accordo che i valori occidentali della nostra democrazia liberale, che consentono l’espressione del dissenso, anche scendendo in piazza, siano superiori a quelli espressi da un sistema in cui gli oppositori cadono dai palazzi o vengono avvelenati?

Allora se siamo d’accordo con tutto questo alla prossima manifestazione, magari senza bambini, portate anche una bandiera ucraina: è molto bella e oggi rappresenta, indubitabilmente, la libertà.

Lorenzo Maggi, 26 febbraio 2023

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